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Serie D, il Bra va in serie C

13 aprile 2025 | 19:41
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Serie D, il Bra va in serie C

Nessuno a luglio l’aveva segnata tra le pretendenti alla gloria: pochi proclami, ancor meno illusioni.

BRA -Il Bra, umile e fiero come un vitello d’alpeggio sfuggito al giogo dei padroni, ha compiuto l’impresa: vince il Girone A di Serie D con 78 punti, complici il proprio successo sull’Imperia e lo scivolone del Novaromentin contro la Sanremese, e si guadagna l’aritmetica promozione in Serie C. Un’ascesa che profuma di epopea e fatica, dove il sudore vale più di mille proclami.

I giallorossi, che ai nastri di partenza nessuno avrebbe accreditato tra le corazzate, sono partiti in silenzio e si sono ritrovati presto in fuga, come lepri impaurite ma irresistibili, gestendo poi il vantaggio con l’oculatezza di un buon padre di famiglia. Hanno provato a rincorrerli le ambiziose Varese e Vado, nobili decadute alla ricerca d’identità, e persino l’impertinente Novaromentin, che per lunghi tratti ha illuso sé stessa e i suoi devoti. Ma alla lunga, come spesso accade nei campi e nella vita, ha prevalso la zolla più fertile e meglio arata.

Che dire, dunque, di questo Bra? Squadra-ostrica, verrebbe da definirla, chiusa e coriacea, ma capace di perle insospettabili. Nessuno a luglio l’aveva segnata tra le pretendenti alla gloria: pochi proclami, ancor meno illusioni. Eppure, col passare delle domeniche, i ragazzi hanno cominciato a credere al sogno, a prender coscienza della propria forza nascosta, e a camminare con passo sempre più sicuro verso l’olimpo della Serie C.

Dietro questo prodigio si cela un alchimia rara: una società che lavora con rigore piemontese, modello di sobrietà e visione; uno spogliatoio dove l’aria è buona, di quelle che ossigenano anche le gambe nei minuti finali; e infine una rosa sapientemente composta, dove gli anziani – veri senatori della fatica – insegnano ai giovani a rispettare il pallone prima ancora che a calciarlo.

Il Bra non ha rubato nulla, se non il cuore di chi ama il calcio dei campanili, il calcio che profuma di linimento, di polvere e sacrificio. Una C conquistata senza tamburi né fanfare, ma con quella musica sommessa che solo i campioni sanno suonare.