Il Milan futuro in serie D?

Doveva essere una cerniera tra le giovanili e la formazione maggiore. Un’Accademia di raffinati mestieranti del calcio, pronti a essere plasmati per la Serie A. La realtà, però, ha raccontato un’altra storia: risultati al lumicino, gioco che stenta a decollare e un’identità che non ha mai visto la luce. La  classifica più che una spia rossa è un campanello d’allarme che rimbomba nel cuore del club. I giovani, si diceva, sarebbero stati i protagonisti. Ma il loro talento, invece di sbocciare, si è avvizzito in una squadra che fatica a reggere il confronto persino con le modeste realtà della Serie C. Francesco Camarda, il ragazzo più atteso, ha provato a invertire la tendenza con lampi di classe, ma il contesto non ha certo facilitato il suo compito.

In queste settimane il Milan ha chiamato in causa Massimo Oddo, uomo di calcio, campione del mondo e tecnico che, se non altro, sa come si lotta nei momenti difficili. Il suo esordio in panchina non ha fatto gridare al miracolo con uno 0-0 con il Perugia, un punticino.

Oddo sa bene che il problema non è solo tecnico. “Serve cattiveria sotto porta,” ha dichiarato senza giri di parole. Il Milan Futuro gioca, ma non morde, crea, ma non punge. E nel calcio, si sa, se non si butta dentro la palla, il bel gioco resta lettera morta. Il nuovo tecnico, con il suo pragmatismo, sta cercando di inculcare una mentalità più battagliera, perché senza quella la salvezza rimarrà solo un miraggio.

Ora il destino di Milan Futuro pende da un filo sottile. Il tempo per raddrizzare la barca c’è ancora, ma le giornate passano, e senza una sterzata decisa il naufragio diventerà inevitabile. Oddo dovrà trasformarsi in alchimista, trovare la formula giusta per far rendere questi giovani come meritano. Non si tratta solo di salvare una squadra, ma un’intera filosofia: o Milan Futuro dimostra di avere davvero un futuro, o sarà ricordato come uno degli esperimenti più fragorosi della storia recente rossonera.