Brumana: “Altro che premi, Legnano ha una sostenibilità di facciata!”

Inquinamento, emissioni nocive, cromo esavalente, tumori e cemento ovunque
LEGNANO – Con grande enfasi, una delegazione del Comune è volata fino a Roma per presentare la tanto decantata “Festa della Sostenibilità”, evento organizzato da alcuni giovani volenterosi. In quell’occasione, il Comune ha anche ricevuto la bandiera di “Comune Sostenibile”, un riconoscimento concesso a chi aderisce alla “Rete dei Comuni Sostenibili”.
Franco Brumana, consigliere di opposizione, non è concorde: “Ma siamo davvero un modello di avanguardia ambientale? Abbiamo raccontato tutto ciò che accade nel nostro territorio? La risposta, purtroppo, è un fragoroso no.Chissà cosa avrebbero pensato a Roma se avessero saputo che Legnano è stata complice nell’incredibile affare dell’inceneritore di Borsano. Un mostro che avrebbe dovuto chiudere i battenti perché vecchio, inutile e devastante per un territorio già martoriato da oltre cinquant’anni di emissioni nocive”
Avrebbero forse cacciato a casa i nostri rappresentanti se fossero venuti a conoscenza del fatto che il Consiglio Comunale ha recentemente approvato il rinnovo di quell’impianto, nonostante un’indagine epidemiologica abbia certificato un dato allarmante: nella zona di maggiore ricaduta dei fumi dell’inceneritore si registrano tassi elevati di tumori, decessi e ricoveri per gravi patologie respiratorie.
E cosa dire del nuovo PGT, che invece di proteggere il verde prevede colate di cemento senza senso? Ecco il futuro che ci attende:
- 120.000 metri cubi di nuove costruzioni tra via San Bernardino e il cimitero,
- due enormi centri logistici destinati a intasare la già congestionata Saronnese,
- 90.000 metri quadrati di impianti fotovoltaici a terra che rimpiazzeranno un grande prato,
- l’ennesima invasione di supermercati lungo viale Sabotino, mentre il piccolo commercio soffoca.
Nel frattempo, la giunta non ha esitato ad attaccare chi si sporca le mani per amore dell’ambiente. I volontari che hanno ripulito un tratto dell’Olona dai rifiuti hanno dovuto subire critiche anziché ricevere il plauso che meritavano. Il loro unico “errore”? Aver dimostrato, con la loro azione, che chi è pagato per mantenere pulito il fiume semplicemente non lo fa.
E poi c’è la questione della prima falda, pesantemente contaminata dal cromo esavalente, veleno silenzioso che si insinua dal sottosuolo non bonificato e che, in almeno un caso accertato, risale addirittura per capillarità lungo il muro di un edificio.
Sostenibilità? Forse solo quella che fa comodo sbandierare nelle occasioni ufficiali, mentre il territorio continua a subire scelte scellerate.