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Il sogno del Mariano: Rione e il primato da cavalcare fino in fondo
MARIANO COMENSE– Un’aria nuova soffia su Mariano, aria che sa di gloria e d’impresa. Dopo ventidue battaglie sul campo, i gialloblù si ergono ora in vetta al girone A di Eccellenza, guardando tutti dall’alto come aquile sopra un campo di prede smarrite. Non è il caso di stupirsi: questa squadra, guidata dal carisma silenzioso ma feroce di Davide Rione, ha costruito il proprio dominio con una spietata regolarità, un calcio solido come il granito e una fame che pare insaziabile.
L’ultima vittoria, il 2-1 imposto al Meda, è solo l’ennesimo capitolo di un romanzo scritto con sudore e pragmatismo. “Gara tirata, lo sapevamo – confessa il condottiero Rione – ma alla fine l’abbiamo fatta nostra.” Parole semplici rilasciata a LARIOSPORT quasi scontate, eppure rivelatrici della mentalità di una squadra che non si esalta, ma sa sempre dove vuole arrivare.
E pensare che questa armata gialloblù, che ora danza leggera sulla cresta dell’onda, ha dovuto fare a meno di uomini chiave come Della Torre e Brighenti, affidandosi a un collettivo che non tradisce mai. Ogni assenza è stata coperta da un soldato pronto a gettarsi nella mischia, da un Fumagalli o un Mancosu qualunque, pedine di un ingranaggio perfetto che non smette di girare. Segno che qui non si vince per un colpo di fortuna, ma per struttura, organizzazione e spirito di gruppo.
E dire che tutto era iniziato con un obiettivo umile: salvarsi. Oggi il Mariano si trova invece a galoppare verso un sogno. “Fa effetto essere primi – ammette Rione – ma il merito è tutto dei ragazzi. Stanno costruendo qualcosa di speciale, e in un ambiente carico d’entusiasmo come questo, lavorare diventa un piacere, una spinta continua a dare il massimo.”
La Serie D, assaporata per l’ultima volta nel lontano 2000, è lì, un miraggio che prende forma domenica dopo domenica. Ma guai a pronunciare quella parola troppo presto: “Non so se pensiamo alla Serie D – chiude Rione – ma è chiaro che i nostri obiettivi si sono evoluti. Dovevamo arrivare a 40 punti, e ci siamo già. Ora vogliamo restare lassù, tra le prime sei. Ogni partita sarà una guerra, tante squadre hanno cambiato volto, ma fin qui i miei ragazzi stanno facendo qualcosa di straordinario.”