L’addio a Fabio Cudicini, il Ragno Nero che tessé la sua tela tra i pali del Milan
Il calcio italiano perde un altro pezzo di storia,
MILANO – Il Milan, appena due giorni dopo il trionfo in Supercoppa, piange uno dei suoi campioni più emblematici: Fabio Cudicini, il leggendario “Ragno Nero”, si è spento mercoledì 8 gennaio all’età di 89 anni. Da Trieste, dove nacque il 20 ottobre 1935, a Milano, passando per Roma, Cudicini ha tracciato una carriera che è un vero e proprio inno alla perseveranza e alla classe tra i pali.
Con il Milan, dal 1967 al 1972, ha vinto tutto: Coppa dei Campioni, Intercontinentale, scudetto, Coppa delle Coppe e Coppa Italia, contribuendo a scrivere pagine indimenticabili della storia rossonera. Ma il Ragno Nero aveva già lasciato il segno a Roma, dove per otto stagioni fu il baluardo della porta giallorossa, guadagnandosi il soprannome di “Pennellonè per la sua statura imponente. E proprio la Roma è stata la sua palestra, il suo campo di battaglia prima di approdare al Milan, dove Nereo Rocco lo volle con forza, sfidando chi lo credeva ormai sul viale del tramonto.
Cudicini, con quel fisico slanciato e quel completo nero che richiamava il mitico Lev Jascin, era tutt’altro che spettacolare negli interventi, ma essenziale, efficace, sicuro. Un para rigori, un custode implacabile della rete, capace di stabilire un record di imbattibilità a San Siro di 1132 minuti, ancora ineguagliato. Eppure, nonostante le prodezze, la maglia della Nazionale gli restò quasi sempre negata, offuscata dalle presenze di Albertosi e Zoff, giganti di un’epoca in cui il ruolo del portiere italiano era più che mai affollato.
Il suo è stato anche un viaggio di dinastia: figlio di Guglielmo “Mino” Cudicini, che fu compagno di squadra di Rocco nella Triestina, e padre di Carlo, che ha trovato fortuna tra i pali del Chelsea e del Tottenham, continuando la tradizione familiare.
Con la sua scomparsa, il calcio italiano perde un altro pezzo di storia, un portiere che non solo ha saputo vincere ma ha incarnato con eleganza e compostezza lo spirito del Milan. Le sue imprese sono scolpite nella memoria collettiva, e il suo ricordo è ora consegnato per sempre alla leggenda. Così, mentre l’Italia calcistica saluta un altro dei suoi eroi, il nome di Fabio Cudicini rimane indelebile nella tela del grande calcio.