Zanforlin: “Serve dare maggiore attenzione ai Settori Giovanili dilettantistici”

L'intervista ad Orfeo Zanforlin

LEGNANO – L’importanza del Settore Giovanile per una società sportiva è cruciale, e nutre continuo interesse anche per evoluzioni e storie future. Infatti, i giovani devono rappresentare un vero e proprio patrimonio per il proprio club. In merito a questo interessante tema abbiamo sentito in esclusiva Orfeo Zanforlin, dirigente e responsabile del settore giovanile con esperienza e ancora oggi voglia di mettersi in gioco. Queste le sue interessanti dichiarazioni:

Il calcio, ancora una sfida per me

“Sì, sono stato e sono ancora Allenatore/Istruttore, faccio questo da oltre 35 anni in ambito dilettantistico e professionistico.
Negli ultimi anni sono stato Responsabile Settori Giovanili di Legnano e Caronnese ma da due mesi sono libero, prendo in considerazione proposte da parte di società che intendono la progettualità un senso di responsabilità”.

Responsabilità e giuste valutazioni sul campo

“Servono delle riforme che portino innanzitutto una maggiore attenzione ai Settori Giovanili soprattutto Dilettantistici. La federazione dovrebbe avvalersi di tecnici formatori che settimanalmente e gratuitamente portino sul territorio conoscenze e aggiornamenti obbligatori anche dimostrativi sui campi su cui fare le valutazioni del caso su ogni elemento strutturale. Redigere e promuovere progetti tecnici sempre in aggiornamento a cui fare riferimento per attività diverse e per fasce di età. Non è sufficiente avere un tesserino per allenare. Smitizzare il risultati a premiare invece la bontà della crescita dei singoli”.

I settori giovanili in Italia

“La cosa paradossale è che società straniere di alto livello hanno iniziato a prelevare giovani calciatori liberi dai nostri settori giovanili professionisti. Basta osservare le convocazioni delle nostre Nazionali giovanili e lo scoprirete. E’ sicuramente un bene per le nostra Nazionale maggiore che non si disperdano potenziali bravi calciatori. Sta comunque a significare che il nostro metro di valutazione è sbagliato se poi non li lanciamo nei nostri campionati. Il coraggio di farlo è commisurato alla conoscenza che si ha in termine di valutazioni. In generale c’è poca preparazione, troppa improvvisazione”.