
Nessuno ha saldato in tempo utile stipendi e contributi di marzo, aprile e maggio ai propri tesserati, tra giocatori e dipendenti
ALESSANDRIA – Secondo quanto riportato da RadioGold il calcio finisce anche ad Alessandria.
Un epilogo prevedibile, ma che nessuno avrebbe voluto vedere. Dopo la revoca dello stadio Moccagatta, la proprietà dell’Alessandria Calcio, rappresentata dal presidente Andrea Molinaro e dall’amministratore delegato Giulio Maione, non ha saldato in tempo utile stipendi e contributi di marzo, aprile e maggio ai propri tesserati, tra giocatori e dipendenti proprio come è accaduto a Legnano.
Questo ha decretato la mancata iscrizione della società alla prossima serie D. I grigi restano quindi in balia dei debiti, a conclusione di un anno costellato da promesse mancate, episodi tragicomici, sconfitte sul campo e, soprattutto, un imbarazzante e ingiustificabile svilimento della gloriosa storia dell’Orso, passata in appena tre anni dalla conquista della serie B all’oblio.
Alla piazza mandrogna, rassegnata da settimane a una fine ormai scritta, non servono recriminazioni o ricerche di responsabilità. Sarebbe come spargere sale su ferite ancora aperte. Basta vane promesse a favore di microfoni, taccuini e telecamere solo per prolungare l’agonia. Resta un auspicio, forse un’utopia: che finalmente il tessuto imprenditoriale locale sappia fare squadra per mettere a punto una immissione trasparente di capitali per, magari, ripartire dal basso.