Vercellotti: “Non c’è stata nessuna rescissione consensuale del contratto”

Il Team Manager del Legnano smentisce, anche a nome dei tecnici e degli altri dirigenti, il comunicato odierno dell’A.C. Legnano e parla della situazione incerta del club lilla
LEGNANO – “Non c’è stata nessuna rescissione consensuale del contratto”. Non usa mezze parole il Team Manager dell’A.C. Legnano StefanoVercellotti dopo il comunicato stampa della società che questa mattina ha annunciato la rescissione dei contratto dello stesso Vercellotti, dell’allenatore Zattarin, quello dei portieri Rasori e dei dirigenti Pianicini e Soviero.
“Questa mattina mi sono imbattuto in uno screenshot su WhatsApp e non sapevo nemmeno di questa cosa. Tutti e quattro noi, io e gli altri, eravamo completamente all’oscuro” ha dichiarato Vercellotti intervistato da Sport Legnano. La sorpresa e la delusione sono state palpabili quando è emerso che ciò che la società del Presidente Enea Benedetto aveva dichiarato non corrispondeva assolutamente al vero.
“Ho ricevuto chiamate di alcuni giocatori che mi chiedevano, avendo letto la notizia, se noi avessimo ricevuto i pagamenti dei nostri compensi, che invece a loro non erano stati ancora corrisposti. Ho dovuto spiegare che noi eravamo all’oscuro di tutto e che nemmeno noi avevamo ricevuto alcunché“, ha precisato il dirigente lilla.
Il problema degli stipendi non pagati non riguarda solo una questione di ritardi, ma mette a rischio il sostentamento di molte famiglie. “Noi non guadagniamo 10.000 euro al mese per poter dire “Ok, se per due mesi non prendo uno stipendio, va bene lo stesso” – ha spiegato il Vercellotti sottolineando la gravità della situazione. “Ci sono giocatori che ha dovuto stipulare dei prestiti, perché devono mantenere le spese della famiglia, della casa e dei figli”.
La situazione economica del club è dunque complessa. Ad oggi, la squadra ed i tecnici avrebbero dovuto ricevere 170.000 euro di stipendi in totale, ma attraverso negoziazioni portate avanti dallo stesso Vercellotti su incarico del Presidente Benedetto, la cifra è stata ridotta a 80.000 euro. “Abbiamo firmato accordi, inviato email di conferma in sede come richiesto da Benedetto, ma finora non abbiamo ricevuto nulla” ha detto il Team Manager lilla. La frustrazione è evidente tra i giocatori, che continuano a ricevere promesse non mantenute.
“Il Presidente Benedetto ha parlato di vendere il club, ma fino ad ora sembra che non ci sia stata alcuna azione concreta” ha continuato Vercellotti. Questa incertezza ha creato ulteriori problemi non solo per i giocatori, ma anche per i fornitori e per la gestione delle strutture. “Ci sono bollette non pagate, affitti di strutture da saldare, e altre spese operative” ha spiegato il dirigente lilla.
Gli sforzi per trovare una soluzione sono stati ostacolati dalla mancanza di comunicazione e azione concreta da parte del Presidente: “Benedetto nei giorni scorsi aveva detto a me, al capitano ed ad altri giocatori che tra venerdì 31 maggio e lunedì 3 giugno avremmo ricevuto un bonifico od un assegno circolare, tuttavia, queste promesse non sono state mantenute, lasciando i giocatori senza alcun pagamento. E’ da lunedì che cerco di contattarlo telefonicamente, ma non mi risponde”.
“E’ chiaro – ha aggiunto il Team Manager lilla – che se non riceveremo quanto concordato non firmeremo le liberatorie necessarie per l’iscrizione al prossimo campionato.”
Vercellotti ha poi voluto tornare sugli ultimi mesi, vissuti in un clima di evidente difficoltà, che ha però cementato il gruppo: “Nonostante queste difficoltà, il team ha cercato di mantenere la coesione e di supportarsi reciprocamente. Abbiamo lavorato in condizioni pietose, ma ci siamo aiutati tutti. Uno prestava soldi all’altro, abbiamo fatto miracoli sportivi. Abbiamo accettato trasferte in macchina, mangiare a casa invece che al ristorante, e allenamenti saltati perché non avevamo il campo.”
Il team ha dimostrato un carattere ed una resistenza notevole, riuscendo a ottenere sette risultati utili consecutivi, ma questi sforzi rischiano di essere dimenticati a causa della retrocessione: “Abbiamo fatto sportivamente un miracolo, ma nessuno se ne ricorderà perché siamo retrocessi“, ha ammesso amaramente il dirigente lilla.
A complicare la situazione c’è anche l’esposto che il Presidente Benedetto ha presentato alla Procura Federale dopo la sconfitta del Legnano ad opera della Castellanzese nella gara di playout. Vercellotti ha infatti confermato che “c’è un’indagine aperta con la Procura Federale, sono stato convocato anch’io. Non so cosa ci chiederanno, ma suppongo che il 5-0 abbia sollevato dei dubbi – ha dichiarato il Team Manager lilla – Dopo soli tre minuti, c’è stata un’espulsione e un rigore contro di noi. Non mi era mai successo in tutta la mia carriera vedere una cosa del genere. Bagatini ha sbagliato a commettere il fallo ma sono certo della sua buonafede, al termine della partita piangeva, era devastato. E’ chiaro che trovarsi sotto 1-0 in 10 uomini dopo pochi minuti taglierebbe le gambe a chiunque. E poi il 2-0 e il 3-0 sono arrivati subito dopo. Mentalmente, per noi la gara è finità lì“.
L’incertezza sul futuro del club sportivo è ulteriormente aggravata dalle scadenze imminenti per un eventuale ripescaggio e per l’iscrizione ai campionati. “In un’intervista il Presidente Benedetto ha sostenuto che il Legnano è primo in graduatoria per il ripescaggio, ma se non c’è la fideiussione e non si ottengono le liberatorie dai giocatori di cosa stiamo parlando?“, ha aggiunto il dirigente lilla.
Senza contare la questione dello Stadio Mari: “La convenzione per l’uso dello stadio scade alla fine di questo mese, il 30 di giugno. Benedetto dice che sarà ancora casa nostra, ma ho dei forti dubbi al riguardo. Il Legnano deve ancora pagare i campi di allenamento e gli affitti arretrati dello stadio della Folgore. Come possiamo pensare al ripescaggio se non riusciamo nemmeno a saldare questi debiti?“.
Nonostante questi problemi, sembra esserci un certo interesse da parte di potenziali acquirenti. Tuttavia, questi ultimi potrebbero essere scoraggiati dal peso dei debiti e dalla mancanza di trasparenza finanziaria. “Può essere che chi sta arrivando abbia visto che dietro ci sono debiti pesanti, al di là di quelli degli stipendi, ma anche altri, probabilmente delle vecchie gestioni“, ha concluso Vercellotti.