L’Alessandria si salva, il Legnano no!

Lilla verso il fallimento

LEGNANO –  L’Alessandria si salva, ma il Legnano no. Due destini beffardi quelli delle due società sportive gloriose e storiche del calcio nostrano. Due destini incrociati nel nome di Enea Benedetto, ex presidente dei grigi all’inizio di questa disgraziata stagione ed attualmente patron del Legnano calcio.

Entrambe le società sono retrocesse: il Legnano in Eccellenza ed i grigi in serie D, dove inizieranno la stagione con 8 punti di penalità.

Ad Alessandria però tirano un respiro, perchè come scrive il Piccolo, la società annuncia l’ingresso di nuovi investitori “che hanno sede a Londra” e rileveranno il 35 per cento della società grigia.

“Abbiamo firmato l’accordo, a breve andremo dal notaio. Questa capitalizzazione ci permette di guardare al futuro”, dichiara Molinaro. Tuttavia, attualmente i conti sono bloccati, “anche quelli della Juventus e di Vivaticket. Per pagare l’acqua ho provveduto con soldi miei, dalle mie aziende”.

Molinaro aggiunge che la nuova società “è composta da gente che sa di calcio ed è già da tempo nello sport. Sono stati due mesi terribili, però abbiamo dimostrato a chi ci voleva falliti che siamo vivi e, adesso, abbiamo al nostro fianco persone che porteranno la loro esperienza, oltre a risorse importanti per un programma a medio e lungo termine”.

Gli investitori non sono semplicemente un fondo, ma “un insieme di società che mette titoli da trasformare in liquidità”. Tra questi c’è la One Global Sports Investment Ltd, britannica con componenti italiane, come Mioara Done, giocatrice e allenatrice di basket, nonché impegnata in politica. Nel calcio, è coinvolto anche Antonio Caceres Lopez, che opera nella terza serie spagnola al Sabadell. Uno dei due entrerà nel nuovo consiglio di amministrazione. Molinaro rassicura che “entro dieci giorni salderemo tutto, le risorse adesso ci sono. Stanno arrivando”.

Per chiudere questa stagione, servono 650mila euro. C’è anche un piano di risanamento del debito che prevede una cifra iniziale di circa 750mila euro, con il resto spalmato in dieci anni.

Fin qui l’Alessandria. Ma il Legnano? Il silenzio con cui la vicenda si sta trascinando verso il fallimento è imbarazzante. Le quote di Benedetto sono sequestrate non ci sono spiragli di uscita. Non si può vendere, non si può cedere, non si può gestire alcunchè. Il Legnano è morto e lo sa perfettamente patron Enea, anche se finge di proseguire per prendere tempo ulteriore.

Le alternative? Fondare una nuova società come fatto a Siena (altra piazza che ha avuto la sventura di essere gestita dall’ex patron lilla Montanari), fare una fusione, acquistare una matricola.