Ambiente: una cattedrale al Parco di Legnano

LEGNANO – Quest’anno, in occasione del centenario di Legnano città, è stata posta la prima “pietra” per un’opera significativa che sta prendendo forma: una cattedrale vegetale al Parco Castello. Progettata da AMGA e dall’agronomo Angelo Vavassori, direttore della B.U. Verde Pubblico, questa costruzione viva è composta da piante di tiglio e si trova a sud del laghetto nel grande prato del parco.

L’opera richiama la pianta della basilica di San Magno, simbolo di Legnano, con le piante di tiglio che delineano il perimetro della navata centrale e delle due navate laterali. Il filare di tigli si estende per una lunghezza di 20 metri e una larghezza di 18 metri. Scelti per la loro robustezza e resistenza, oltre che per la chioma folta, i tigli hanno raggiunto circa 5 metri di altezza. Devono crescere ulteriormente affinché i loro rami possano essere curvati, con l’aiuto di tutori, per formare un arco ad ogiva.

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Angelo Vavassori spiega che questa cattedrale vegetale è pensata per essere diversa e più duratura rispetto ad altre opere simili in Italia. Cita la famosa cattedrale vegetale di Lodi, costruita nel 2017 e abbattuta nel 2019 a causa di un fungo che ha colpito i pali di legno. La cattedrale di Legnano, invece, non avrà uno scheletro di legno, ma si affiderà alla disposizione e alla curvatura delle piante per ottenere l’effetto scenografico desiderato.

L’opera si rifà all’antica arte topiaria, che prevede la potatura di alberi e arbusti per conferirgli forme ornamentali, e richiama strutture rurali come i “roccoli”, postazioni di caccia utilizzate un tempo per catturare l’avifauna migratoria e ora per l’osservazione scientifica e la caccia fotografica. La cattedrale vegetale sarà anche un osservatorio per gli appassionati, con un futuro progetto di un percorso sopraelevato a 10 metri di altezza tra le chiome dei tigli.

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Nel mese di febbraio si è conclusa la prima tranche di messa a dimora di nuove piante, in sostituzione di quelle secche o malate rimosse l’inverno scorso. Vavassori precisa che sono state scelte specie resistenti e adatte al parco di pianura, come ciliegi comuni, tigli, tre varietà di querce, gelsi, ippocastani, carpini e liriodendri. L’operazione di rinnovo ha portato a un attecchimento del 95% degli esemplari, mentre il restante 5% ha subito lo “stress da trapianto” e sarà sostituito a fine autunno.

Le nuove piante sono state piantate seguendo schemi di filare, cerchio o ellisse, per creare delle “stanze vegetali” suggestive e avvolgenti, ideali per passeggiare e trovare refrigerio durante la stagione calda. Vavassori rassicura che, nonostante le difficoltà, il progetto prosegue e contribuirà a rendere il Parco Castello un luogo ancora più bello e accogliente per tutti i visitatori.