Miart 2024, Milano conferma il suo ruolo centrale per il mercato dell’arte

Ha chiuso nella città meneghina la ventottesima edizione della rassegna dedicata all’arte contemporanea
MILANO – Cala il sipario sulla 28a edizione di Miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea, organizzata da FieraMilano con la main partnership del Gruppo Intesa Sanpaolo e diretta per il quarto anno da NicolaRicciardi.
Quest’anno sono aumentate le gallerie partecipanti (178 da 28 paesi, a fronte delle 169 del 2023),sono state inaugurate due nuove sezioni , raddoppiati i talks , e hanno raggiunto la doppia cifra i premi , le committenze e le acquisizioni Nuove collaborazioni e inedite partecipazioni a numerosi progetti artistici diffusi in città hanno contribuito a rendere ancora più estesi e permeabili i confini tematici, spaziali e temporali della fiera.
Con 178 gallerie partecipanti provenienti da 28 Paesi nel Mondo, oltre 1000 opere di maestri moderni e artisti contemporanei affermati ed emergenti, 10 riconoscimenti tra premi, fondi acquisizioni e nuove committenze e altrettanti direttori di museo provenienti da tutto il mondo tra i propri giurati, la 28ª edizione ha confermato di essere un appuntamento imprescindibile per il pubblico dell’arte italiano e internazionale.

All’interno delle diverse sezioni di Estabilished , sezione principale della fiera, molte le opere di carattere museale da scoprire. Ne sono un esempio Caribbean Tea Time, uno spettacolare paravento del 1987 di David Hockney proposto da Galerie Lelong & Co. (Parigi – New York) le cui edizioni sono oggi nelle più prestigiose collezioni internazionali, dalla Tate Modern al Metropolitan Museum e le due opere di Alberto Burri esposte da Tornabuoni Arte (Firenze – Milano – Forte dei Marmi – Roma – Parigi Crans Montana), Combustione B.A. (1960) e Combustione plastica (1957), che sono state rispettivamente protagoniste della mostra “Arte Povera” al Centre Pompidou di Parigi nel 2016 e della mostra itinerante “Alberto Burri e Lucio Fontana” che ha attraversato gli Stati Uniti tra il 1966 e il 1968. Ma anche l’installazione di Vivian Suter pensata per Kaufmann Repetto (Milano New York), frutto della decennale ricerca dell’artista sulle vicissitudini della foresta pluviale del Guatemala e già al centro di due bellissime mostre presso Secession a Vienna e GAMeC a Bergamo.
Numerose anche le opere commissionate appositamente per la ventottesima edizione di Miart, come la poetica e monumentale altalena pensata e realizzata da Francesco Arena per Galleria Raffaella Cortese (Milano) o come la performance Thyself Agency di Luca de Leva che trasformerà lo stand di Pinksummer (Genova) in “un’agenzia di viaggio per spedizioni verso l’ignoto”, proponendo metodi di ricerca personale volti a scardinare automatismi comportamentali.

L’Arte Moderna, storica spina dorsale della fiera milanese, è stata ben rappresentata da esposizioni meticolosamente curate. Ne sono un esempio il progetto “Artisti italiani nella collezione Peggy Guggenheim” proposto da ML fine art (Milano) con la presenza di importanti opere di – tra gli altri – Giorgio de Chirico, Marina Apollonio, Piero Dorazio, oppure la selezione di protagonisti del dopoguerra – come
Enrico Baj, Lucio del Pezzo, Mario Schifano – proposta da Gió Marconi (Milano) e ispirata all’allestimento che Studio Marconi ripresentò a Eurodomus a Torino nel 1968.
Infine, la vicinanza all’inaugurazione della 60. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia ha portato numerose gallerie a dare risalto in fiera agli artisti selezionati dal curatore Adriano Pedrosa. Ne sono un esempio lo stand monografico dedicato al giovane pittore
Louis Fratino da parte di Galerie Neu (Berlino) o l’ambizioso progetto espositivo di Richard Saltoun Gallery (Londra – Roma) che ha portato in fiera tre artiste protagoniste della rassegna veneziana: Greta Schödl, Bertina Lopes e Xiyadie.

Hanno rappresentato un omaggio alla Biennale anche la proposta di Galleria dello Scudo (Verona) con un focus sullo Spazialismo veneziano con opere degli anni Cinquanta di artisti quali Emilio Vedova, Tancredi Parmeggiani, Renato Birolli ed Edmondo Bacci, così come il ricercato allestimento di ED Gallery (Piacenza) che ha presentato, oltre a dipinti e sculture, una selezione di opere che vennero realizzate dai maestri vetrai murantesi per la Biennale di Venezia del 1914.

Con l’edizione 2024, Miart ha confermato il suo ruolo centrale tra gli appuntamenti del mercato dell’arte rendendo ancora più estesi e permeabili i propri confini tematici, spaziali e temporali e ponendosi come piattaforma di osservazione della società e dei suoi cambiamenti.