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Storie di Calcio – Gianni Rivera, un grande mito del calcio

8 dicembre 2023 | 10:17
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Storie di Calcio – Gianni Rivera, un grande mito del calcio

Con Carmelo Calabrò ripercorriamo la storia del calcio italiano attraverso i suoi più grandi campioni

LEGNANO – Prosegue la serie di articoli curati da CarmeloCalabrò dedicati al calcio ed alle sue storie. Dopo SandroMazzola oggi è la volta del suo “rivale” storico, GianniRivera.

Giovanni “Gianni” Rivera nasce a Valle San Bartolomeo, una piccola frazione di Alessandria, il 18 agosto 1943, stesso giorno e anno di nascita di RobertoRosato (nativo di Chierici), anch’esso futuro calciatore, stopper e difensore del Milan. I due calciatori poi si troveranno insieme nella Nazionale di calcio Italiana e anche nella squadra del Milan.

Rivera, calciatore di fama mondiale, ruolo centrocampista, è stato poi anche un politico. Dopo aver appeso, come si dice, le scarpe bullonate al chiodo, e dopo sei anni di dirigenza al Milan (nel 1987, aveva lasciato la carica di vice presidente del Milan), ha cercato di portare avanti la propria esperienza e umanità nella politica italiana. E’ stato eletto deputato al Parlamento italiano (1987- 2001), Sottosegretario alla Difesa (1996-2001) e poi nel 2005 al Parlamento Europeo.

Ma facciamo un passo indietro, e ripercorriamo, le più importanti tappe della sua carriera. Gianni Rivera, tirò fin da bambino, i primi calci, sul campetto dell’Oratorio Don Bosco, consumando parecchie scarpette, poi si mise subito in luce, nel grigiore padano dalle nebbie alessandrine, nella fila della squadra della sua città, Alessandria, dove venne cresciuto nelle giovanili.

Gianni RiveraGianni Rivera con la maglia dell'Alessandria

Il 2 giugno 1959, avvenne il suo esordio e giocò la sua prima partita in serie A, con la maglia grigia dell’Alessandria. Gianni, giovanottino smilzo e molto composto, anzi in quegli anni veniva chiamato “Giannino” Rivera, indossava la maglia con il numero 8, e non aveva ancora compiuto sedici anni.

La partita che si disputava all’epoca, era Alessandria-Inter, e Rivera, esordì, giocando solo una manciata di minuti, nel suo primo Campionato Nazionale del Calcio Italiano. In quell’anno, con un gol segnato diventò anche il secondo giocatore più giovane della serie A ad aver fatto un gol, dopo il calciatore Amedeo Amadei, centrocampista, attaccante del primo storico scudetto della Roma nel 1942. ( Amadei fece anche una parentesi calcistica, di un anno a Bergano, nel campionato serie B, nel 1938-1939)

Successivamente fu Franco Pedroni, ex difensore del Milan, e allenatore della squadra dei grigi dell’Alessandria, ma rossonero di tifo, a mettere gli occhi su quel talento e a propiziare il passaggio di Rivera al Grande Milan.

L’allenatore, Franco Pedroni, già tecnico di Pro Vercelli, Alessandria, Casale, Pro Patria, Mestrina e Verbania, vecchia conoscenza del Milan, disse all’epoca a tutti che il ragazzino era una cosa incredibile, “roba da matti”, ed esclamò che era una “cosa immaginabile vedere a giocare in quel modo”. Il provino positivo di Rivera avvenne nel settembre del 1959, a Linate, nel quartiere di Peschiera Borromeo, nella città Metropolitana di Milano.

Rivera però dovette aspettare ancora un po’ per il grande passo. Il passaggio al Milan, infatti, avvenne soltanto nel giugno del 1960, con 60 milioni di lire e tre “giocatorini” in prestito.

Pertanto Rivera, dopo aver giocato appena a sedici anni in serie A con l’Alessandria, a diciasette, esordì nel Milan, giocando il 18 settembre 1960 proprio ad Alessandria, in una gara di Coppa Italia, vinta 5-3 contro la sua ex squadra. La settimana successiva Rivera esordì nel grande e imponente tempio dello stadio di San Siro, piena gloria di Milano, in una partita ufficiale di campionato di serie A, in Milan- Catania, vinta 3-0.

E con la maglia rossonera, del “diavoletto”, Rivera troverà nella rosa della squadra calciatori come Josè Altafini, NilsLiedholm, CesareMaldini, GiovanniTrapattoni e SantiagoVernazza.

La prima maglia del Milan, indossata da Rivera, portò il numero otto, anche se lui era un interno sinistro, naturale e forse “assoluto”.

Gianni Rivera e Nereo RoccoGianni Rivera e Mister Nereo Rocco

Molto bello fu il suo primo anno di campionato sportivo, così, cosi, la seconda stagione calcistica, e l’allenatore NereoRocco, il burbero paron triestino, accolse in quegli anni Gianni Rivera con affetto e simpatia. E proprio sotto la guida di Rocco, Rivera conquistò il suo primo scudetto nel 1961/62 e l’anno seguente la Coppa dei Campioni.

Gianni Rivera debuttò con la maglia della Nazionalegiovanile il 9 marzo del 1960 in una gara amichevole contro la Svizzera, una partita che anticipò di pochi mesi l’Olimpiadi di Roma. L’incontro terminò 4-1 per gli Azzurri e Rivera impressionò il pubblico favorevolmente, e i tifosi sugli spalti, segnando ben due reti.

Sandro Mazzola e Gianni RiveraSandro Mazzola e Gianni Rivera in Nazionale

Ma intanto vi era anche la Nazionale Olimpica a Roma “Sessanta”, e pertanto ci fu anche l’esordio azzurro di Rivera nella squadra Nazionale A. Il 13 maggio 1962, ci fu 3-1 sul Belgio a Bruxelles. Poi il titolo Europeo del club, con il Milan, che lo vinse nel 1963.

Ormai tutti parlavano del grande Gianni Rivera, con la gloriosa maglietta con il numero 10, il “Bambino d’Oro” o il Golden boy del calcio italiano, come lo aveva soprannominato il grande giornalista sportivo Gianni Brera. Un giocatore, dal fisico minuto, dal bello aspetto, pacato a volte ironico, e molto popolare tra tutti i tifosi. E non c’era avversario che non si congratulava con lui al termine di ogni partita di calcio.

Rivera era un calciatore, dalla classe immensa, un talento, che con il pallone tra i piedi diventava il faro della squadra, cervello delle geometrie imprevedibili e dalle finte eleganti. Un grande rifinitore del passaggio preciso ed altresì capace di tracciare parabole simili a fasci di luce, per mettere in azione gli attaccanti della sua squadra, con spiccata preveggenza di gioco.

Ancora oggi le voci dei cronisti e le pagine calcistiche e della Gazzetta dello Sport ricordano che quando Rivera era in partita, era guizzante, veloce, imprevedibile, dalle finte a volte umilianti, per l’avversario, sconsolato. C’era insomma, quello che forse, dopo GiuseppeMeazza, detto “Peppin” in milanese, sarebbe passato alla storia come la leggenda del più grande calciatore italiano.

Con il gloriosa casacca rossonera, Gianni Rivera visse la sua carriera sportiva, militando per 19 stagioni calcistiche, di cui 12 da Capitano della squadra, vincendo 3 scudetti (1962-1968-1979), 2 coppe dei Campioni (1966-1969), 2 Coppe delle Coppe (1968-1973), una coppa Intercontinentale (1969). Ha giocato 70 volte nella squadra Nazionale Italiana, con la quale ha vinto il Campionato Europeo nel 1968, e ha parteciato a ben 4 edizioni di campionati del Mondo (1962-1966-1970-1974) e facendo collezione di moltissimi trofei e premi.

Il 13 maggio del 1979 fu l’ultima partita ufficiale per Gianni Rivera, Lazio-Milan, conclusa 1-1, con la sua 501° presenza in serie A.

Il 7 giugno 1979 il vecchio Capitano del Milan, nonostante tutte le soddisfazioni di carattere sportivo, fatte di vittorie, di trionfi, di delusioni, scontri con la classe arbitrale, partite memorabili e altre meno raccomandabili, prese la decisione e diede l’addio al calcio giocato.

Concludiamo. Gianni Rivera, simbolo e bandiera del Milan e di tutto il palcoscenico del football nazionale, è passato alla storia per essere stato il primo calciatore italiano ad aver vinto il Pallone d’Oro nel 1969, dopo l’oriundo Omar Sivori, il più ambito riconoscimento individuale, che viene assegnato ad un giocatore di calcio.

Carmelo CalabròCarmelo Calabrò