Vomien e Fondazione Don Gnocchi in campo per far conoscere il Sitting Volley

L’incontro fa parte del progetto sperimentale “Tutti giù per terra”, che vuole far conoscere l’importanza dello sport inclusivo
LEGNANO – Sabato 14 ottobre, al Salone del CDD in via Ferraris 30, si è tenuto l’incontro organizzato da Vomien in collaborazione con la Fondazione Don Carlo Gnocchi – Centro Multiservizi di Legnano, che aveva come obiettivo quello di far conoscere meglio il sitting volley, un progetto che l’associazione del presidente Lucio Crotti ha particolarmente a cuore e che sta portando avanti in fase sperimentale da inizio settembre. Questa disciplina sportiva paralimpica ha lo scopo di sviluppare ulteriormente il concetto legato allo sport inclusivo, essendo praticabile da persone con disabilità, fisiche o mentali, ma anche da normodotati. La responsabile del Centro, Monica Garagiola, e la coordinatrice della Residenza Sanitaria per Disabili, Francesca Clapis, ci hanno spiegato l’importanza di inserire attività motorienella vita delle persone che assistono all’interno della della struttura.

Come struttura, avevate già fatto esperienze legate allo sport inclusivo?
“Sì, abbiamo iniziato l’anno scorso con attività come le bocce, il nuoto e il rugby e abbiamo visto i benefici fisici, psicologici ed emotivi che questi momenti davano alle persone che si cimentavano nell’attività sportiva inclusiva. Per questo abbiamo pensato di provare anche con il sitting volley dopo che la Vomien ci ha contattato informandoci del loro progetto” ha spiegato Francesca Clapis.
Quali sono i benefici che avete notato sui vostri pazienti?
“Ne abbiamo visti tanti, partendo dai sorrisi e dalla gioia di partecipare, anche affianco a persone sconosciute – dice la responsabile Monica Garagiola – Per noi è importante che tutti vengano coinvolti, dai grandi ai bambini, perché il nostro Centro accoglie tutti. Senz’altro il nostro primo obiettivo è questo, e cerchiamo di aprirci a tutti gli sport”.
“Per noi è l’integrazione che è importante; mettere insieme persone diverse, con fragilità o meno, che possono condividere insieme un momento sportivo che può dare benefici anche a livello sociale, perché si instaurano nuove relazioni – ha continuato Clapis – A distanza di tempo, nello specifico sulla nostra utenza, abbiamo visto sicuramente lo sviluppo delle abilità cognitive, il ricordo dell’esperienza e un miglioramento anche delle capacità motorie. Soprattutto, però, nasce in loro il desiderio. Loro chiedono, propongono e dimostrano di voler partecipare alle attività e questo rappresenta la realizzazione della persona stessa, a prescindere dalla sua disabilità”.

La mattina è stata una produttivo approccio al sitting volley, che ha visto la partecipazione non solo di alcuni pazienti della RSD, ma anche quella dei membri della Vomien che, ormai da qualche settimana, stanno prendendo parte agli incontri del sabato mattina legati al progetto “Tutti più per terra”. L’incontro si è poi concluso con una partita nella quale sono stati messi in pratica gli insegnamenti della disciplina spiegati duranti il riscaldamento. Il tutto in un clima gioioso e rilassato, reso possibile dal presidente Lucio Crotti e da suo staff, preparato ad accogliere persone con differenti problematiche.
Fra di loro c’è anche Giorgia Varvaro: “Gioco nella Serie D della Vomien e dallo scorso anno ho iniziato ad allenare anche i bambini del mini volley. Ci hanno dato la possibilità di fare un corso allenatori per il sitting volley e da lì è partito il progetto. All’inizio abbiamo pensato ad un corso che fosse più legato all’inclusività a livello motorio, concentrandoci quindi su persone con disabilità a livello fisico. Più che altro l’obiettivo è quello di far sì che abbiano una motivazione per uscire di casa e svolgere uno sport al quale poter partecipare attivamente, essendo dedicato proprio a loro. Questo gli dà l’opportunità di sviluppare nuove abilità, sia a livello motorio che sociale, che a casa non potrebbe fare”.
Come valuti questi primi incontri che avete svolto? Avete visto già i primi risultati?
“L’incontro con i ragazzi della RSD è stato molto bello. Quando siamo nella nostra palestra, per ora, siamo principalmente normodotati, quindi avere a che fare con così tanti ragazzi mi ha fatto capire che ognuno ha problematiche diverse e quindi l’approccio cambia a seconda delle persone che ci troviamo davanti. Con uno dei nostri allievi stiamo già notando delle migliorie, soprattutto sul piano della socializzazione, nonostante abbia fatto solo 3/4 incontri”.
