Anche il Museo Fratelli Cozzi apre alle Giornate FAI d’Autunno 2023

Tutti gli appuntamenti nell’Altomilanese
LEGNANO – Ci sarà anche il Museo Fratelli Cozzi, dedicato alle automobili Alfa Romeo, tra i siti aperti al pubblico in occasione della dodicesima edizione delle Giornate FAI d’Autunno, il grande evento che il FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano, dedica ogni anno in questo periodo al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese.
Quattro gli eventi in programma nell’Altomilanese, organizzati dalla Delegazione Ovest Milano a Legnano, Inveruno, RobeccosulNaviglio e Nosate.
A Legnano il Museo Fratelli Cozzi, in Viale Toselli 43, prevede l’artura per sabato (dalle 10.00 alle 17.00 con ultima visita alle 16.00) e di domenica (dalle 10.00 alle 18.00 con ultima visita alle 17.00), con visite curate degli apprendisti ciceroni del corso Turismo dell’Istituto “Carlo Dell’Acqua” di Legnano.
Sarà possibile visitare la collezione che nasce dalla passione per il marchio Alfa Romeo del fondatore Pietro Cozzi (recentemente scomparso) e conta più di sessanta berline, coupé e spider, compresi due esemplari unici al mondo.
Il Museo Cozzi è stato inaugurato nel 2015, in occasione del sessantesimo anniversario dell’azienda. Gli architetti Gabriele e Oscar Buratti hanno realizzato un progetto dal grande impatto visivo ed emotivo, giocato soprattutto sull’alternanza cromatica dei tre colori che caratterizzano le aree espositive: il bianco, il rosso e il nero.
Le automobili esposte rappresentano un patrimonio importante per la storia dell’automobile italiana, ne raccontano l’evoluzione dal punto di vista tecnologico e del design, e costituiscono un contributo fondamentale per la conoscenza della storia di uno dei marchi più gloriosi dell’industria italiana, fondato a Milano nel primo decennio del Novecento.

Ad Inveruno il FAI propone Villa Verganti Veronesi in Viale Lombardia 33, con visite guidate curate dai Volontari della Delegazione sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 con ultima visita alle 17.00.
Immersa nel suo splendido parco, Villa Verganti Veronesi è una dimora storica risalente al XX Secolo. Gioiello lombardo dalle splendide forme architettoniche, la villa è circondata da un armonioso e vasto parco con essenze arboree secolari e presenta gli aspetti tipici della casa signorile, con stanze arredate con mobili d’epoca, pavimenti in legno e cotto, poltroncine e specchiere.
La visita alla Villa, solitamente non aperta al pubblico, sarà l’occasione per avvicinarci in punta di piedi al mondo intimo e familiare del Professor Umberto Veronesi che qui soggiornava durante le visite alla madre. Vedremo la sua camera da letto, il suo studio, i suoi libri lasciati lì dove sono sempre stati, percorreremo stanze dove piatti e tazzine sono ancora al loro posto nelle vetrinette, ammireremo quadri alle pareti collezionati nel tempo. Infine, daremo uno sguardo allo splendido parco con giardino italiano che si apre alle spalle della Villa come un’oasi di tranquillità.

Sarà aperta solo domenica, dalle 10.00 alle 18.00 con ultima visita alle 17.00, Villa Gaia Gandini, in Via Giacomo Matteotti 26 a Robecco sul Naviglio, con visite guidate curate dagli apprendisti ciceroni dell’Istituto “Luigi Einaudi” di Magenta.
Villa Gaia Gandini sorge su quelle che erano probabilmente le fortificazioni dell’antico castello di Robecco sul Naviglio, borgo ricco di storia circondato da campagne e nobilitato da splendide ville. Proprio qui la cultura delle ville di delizia ha prodotto gli esiti più raffinati ed interessanti, divenendo tratto caratteristico fin dal XV secolo. Villa Gaia Gandini è uno degli esempi più significativi dell’uso di riadattare gli edifici utilizzando complesse stratificazioni storiche, che vanno dall’architettura quattrocentesca fino a quella neoclassica.
La giornata ci offrirà l’opportunità di visitare questa villa, solitamente non aperta al pubblico, immergendoci in un percorso che dal giardino all’italiana, impreziosito da statue, busti, vasi originali del Settecento e da due eleganti imbarcaderi, condurrà alla cappella della Beata Vergine Immacolata in stile neoclassico, al cortile principale affrescato con un ricco repertorio di grottesche, unico nel suo genere, sino agli ambienti del piano terra della villa.
Secondo la tradizione, la villa venne denominata “Villa Gaia” per le feste che vi si tenevano al suo interno e l’evento speciale verterà proprio su tale tematica.
Al termine delle visite, alle ore 18, seguirà un evento speciale dedicato esclusivamente ai soci FAI con uno spettacolo di Danze Ottocentesche a cura dell’Associazione Culturale “Società di Danza Milanese”.

Per finire, a Nosate, gli apprendisti ciceroni dell’Istituto Omnicomprensivo Europeo di Arconate accompagneranno i visitatori nella Chiesa di Santa Maria in Binda (situata sull’omonima via), sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00 0con ultima visita alle ore 17.00.
Il comune di Nosate ha origini in epoca preistorica (IX-IV sec. a.C.) e la sua storia è proseguita quasi ininterrottamente dall’età longobarda sino ai giorni nostri.
Fiore all’occhiello è la Chiesa di Santa Maria in Binda, nota nei documenti a partire dal XIII secolo, ma la cui fondazione risale all’VII-VIII secolo. L’edificio sorge isolato rispetto al paese e il toponimo “binda”, di derivazione longobarda, significa “striscia di terra”, in riferimento allo spazio lungo il Ticino ove la stessa sorge, esteso da Nosate a Somma Lombardo.
Durante le Giornate FAI ripercorreremo, anche con l’ausilio di rappresentazioni fotografiche, la sua storia e la sua importante testimonianza sociale e documentativa del legame arte e fede. Di particolare interesse è infatti l’apparato pittorico: al suo interno si conservano numerose pitture di epoche diverse fatte realizzare con funzione di ex voto. Fra queste immagini votive vi è il ciclo di affreschi mariani che si sviluppa su entrambe le pareti interne, i riquadri raffiguranti episodi miracolosi e la “danza macabra”. Oltre a Nosate, ci sono pochi altri esempi di danze macabre; si tratta di un soggetto in voga tra XIII e XV secolo riferito alla peste nera che colpì l’Europa. Inoltre, grazie alla collaborazione con il Museo Archeologico di Milano, i visitatori potranno vedere in foto i reperti di età longobarda rinvenuti durante gli scavi condotti accanto alla Chiesa a inizio Novecento.