Psicologia nello sport, anche la mente va “allenata”

La psicologia nello sport è da diverso tempo parte integrante della quotidianità di un atleta o di uno sportivo
BUSTO ARSIZIO – La psicologia nello sport è da diverso tempo parte integrante della quotidianità di un atleta o di uno sportivo che, anche per problemi o questioni personali può ricorrere in questo prezioso aiuto. Lo psicologo dello sport però, tuttavia nasconde ancora tanti temi e segreti tutti da scoprire: l’intervista alla brava e disponibile Dott.ssaSaraPegoraro potrà aiutare a saperne di più riguardo al ruolo della psicologia nello sport.
Cosa fa lo psicologo dello sport? Cosa osserva va e come può essere di aiuto?
“Domanda sicuramente molto ampia, ma posso iniziare con il parlarti di chi è lo psicologo dello sport, ovvero uno psicologo che dopo la laurea magistrale e l’iscrizione all’albo degli psicologi ha deciso di specializzarsi attraverso un Master in psicologia dello sport.
A differenza dello psicologo clinico, lo psicologo dello sport non lavora sul passato o sulla patologia, ma agisce soprattutto per migliorare la prestazione sportiva nel presente. Quindi una cosa che tengo molto a sottolineare, è proprio questa: lo psicologo dello sport non cura, ma allena la mente e lo fa indagando i pensieri, le emozioni e i comportamenti che influiscono negativamente sulla performance, cercando poi di modificarli, se necessario.
Il suo intervento, quindi, è rivolto sia ad atleti professionisti, che a giovani atleti che si stanno avvicinando all’attività sportiva, sia al gruppo squadra, compresi allenatori, dirigenti e staff tecnico, dove per ognuno viene realizzato un percorso differente e specifico, in base alle necessità evidenziate dalle prime osservazioni sul campo o dai primi colloqui.
Ma non solo, altre aree di interesse dello psicologo dello sport sono gli interventi psicoeducativi per i genitori, la promozione del benessere psicofisico e la prevenzione delle malattie”
Quali sono le tue ambizioni future? Quali sono le aree che ti piacerebbe approfondire e ampliare?
“Sicuramente, essendo agli esordi della mia carriera, ci sono ancora un sacco di cose da imparare e che potrebbero ampliare il mio bagaglio culturale ed esperienziale.
Proprio a partire dalla scuola di psicoterapia, che ho in programma di iniziare nel 2024, la quale mi permetterebbe di diventare psicoterapeuta e coronare così il mio percorso di studi attraverso il raggiungimento di un’ulteriore qualifica professionale.
Nel campo della psicologia dello sport mi piacerebbe moltissimo entrare a far parte dell’organico di una squadra di pallavolo, e poter continuare a seguire da vicino questo sport non solo come ex atleta agonista ma come professionista psicologa.
Il mondo dello sport è un tutto da esplorare e ciò che mi affascina di più è avere la possibilità di interfacciarmi con atleti di qualsiasi disciplina e scoprire ogni volta qualcosa di diverso sul loro mondo interiore e sportivo, è un lavoro in cui non c’è monotonia e staticità.”

Quanto è importante la psicologia nello sport e quanto risulta rilevante andare a lavorare sulla mente?
“Per rispondere a questa domanda voglio utilizzare una citazione di uno dei più forti tennisti degli ultimi tempi “La forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni”, Rafael Nadal con questa frase riconosce che l’allenamento fisico, tecnico e tattico non sono sufficienti ma solo grazie alla forza mentale si diventa dei veri campioni.
Gli atleti sono normalmente abituati ad allenare solo quattro componenti correlati alla propria prestazione sportiva: la componente fisica/atletica, quella tecnica, quella tattica e quella teorica (specialmente in fase di crescita).
Tuttavia, sanno perfettamente quanto gli aspetti emotivi, la capacità di gestire lo stress, gli atteggiamenti ed il pensiero, il livello di attenzione e concentrazione, l’attivazione fisiologica, la qualità della relazione (specialmente in un gioco di squadra), siano variabili fondamentali.
Affinché la propria preparazione possa considerarsi ottimale, si rende pertanto necessario colmare questa lacuna attraverso una preparazione psicologica. L’elemento mentale, infatti, rappresenta quella marcia in più che permette ad un atleta di avere la meglio sull’avversario. L’intervento dello psicologo dello sport si pone come obiettivo proprio lo sviluppo e la valorizzazione delle potenzialità dei singoli e della squadra.
Come lo fa? Attraverso una serie di tecniche e strategie mirate, che per risultare efficaci devono essere concordate con l’atleta e con l’allenatore, e poi applicate regolarmente in allenamento ed in gara.
Tra le modalità di intervento più utilizzate vi sono: la formulazione degli obiettivi, la creazione di una routine, la gestione delle emozioni, la modulazione del livello psicofisico di attivazione, il controllo dell’attenzione e dei pensieri, la creazione di un dialogo interno positivo (self talk) e l’imagery”
Maggiori informazioni e contatti su www.instagram.com/ps_psicologiaesport/