Ennesima cordata in fuga
LEGNANO – Il calcio giocato ormai da settimane è passato in secondo piano nella città del Carroccio. Quello che sta polarizzando l’attenzione di tutti ormai da tempo è legato al fattore societario, o meglio alla vendita dell’Ac Legnano.
L’intervista del presidente Munafò nel dopo gara col Casale (ennesima gara buttata alle ortiche), ha creato malumori papabili fra una parte della tifoseria e la società. Una frattura netta e pensiamo insanabile. Da una parte la famiglia Munafò che ormai da 40 anni sta dando una mano al Legnano in maniera concreta, inutile girarci attorno.
Dall’altra i tifosi più caldi che vogliono un cambio di passo e soprattutto di rotta dopo un campionato deludente come quello attuale caricato di troppe aspettative. Tifosi che ritengono ormai conclusa l’epoca Munafò a Legnano e che nutrivano speranze in questi giorni per l’arrivo primo di Simonini, poi dell’ennesima cordata, poi scappata a gambe levate.
Prima Marzio Buscaglia, nome poi smentito dallo stesso Munafò. Poi una cordata di Legnanesi che un minuto prima del closing fuggono a gambe levate. Quale sia la situazione non lo sappiamo. Sappiamo solo che al momento di compiere i fatti, da Legnano gli imprenditori fuggono, tutti. Era successo con Simonini qualche settimana fa. E’ successo ancora e ancora. I motivi? Sconosciuti. Forse sarebbe meglio spiegarli: fattore economico? Spese gravose? Bilanci? Zero soldi? Zero programmi? Oppure c’è davvero altro. Possibile che in una piazza come Legnano non si riesca a fare seriamente calcio dando continuità con un salto verso il professionismo che manca ormai da anni.
In questa ridda di voci a farne le spese è la stessa squadra, una realtà di mezzo in un campionato davvero poco stimolante. Il rischio dell’ennesima annata senza sussulti c’è ed è quanto mai concreto considerata la classifica attuale. Ma bisogna anche capire il momento: la serie D ha davvero poco appeal e pensare ad una svolta in un momento come questo con una piazza che vive sempre e solo di ricordi è quanto mai difficile. Riportare gente allo stadio è doveroso. Farlo con i risultati alla mano è assolutamente condizione imprendiscindibile.
Il tifoso vuole tutto e subito, in considerazione che a pochi km da qua un’altra piazza continua a giocare in Lega Pro. Questo divario ormai ha creato confusione anche nei ruoli: perchè “loro” sì e noi no? Perchè qualche imprenditore lo trovano sempre e da noi spariscono? Perchè la politica bustocca dà sempre una mano e qui spariscono tutti? Domande, che rigiriamo volentieri ai diretti interessati, sempre che vogliano spiegarci le improvvise sparizioni sulle quali avremmo molto da ridire.