Return to play: tutto come prima. Si rischiano due mesi di fermo

Altro che 7 giorni. Per tornare a giocare rimangono i 30 giorni di stop e le visite conseguenti
MILANO – Hai avuto il covid e vuoi tornare a fare sport? Rischi un lungo stop. Il tutto a causa della marcia indietro degli organi competenti come il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Comitato Olimpico Nazionale Italiano, che non hanno ancora cambiato il protocollo covid per il rientro in campo, il cosiddetto “return to play”.
Una settimana fa il Comitato Regionale Lombardia della Lnd-Figc aveva annunciato il un nuovo protocollo del Return to play, come auspicato dalla Federazione Medico Sportiva Italiana del Coni, riducendo l’attesa per la nuova visita medico sportiva da un mese a soli sette giorni.
Ad oggi non ci sono novità: il protocollo non risulta approvato e gli atleti devono attendere ancora un mese prima di andare a fare gli esami.
Una vergogna tutta italiana che si somma alle troppe regole che stanno impedendo lo sport a migliaia di persone, spesso giovani dai 12 anni in su.
Ad oggi società e calciatori devono adottare il vecchio protocollo del gennaio 2021. Ad oggi un atleta fra quarantena, stop e visita rischia di stare fermo almeno due mesi.