Speciale Medicina – In arrivo un nuovo vaccino Covid a virus inattivato

Nuova puntata della rubrica, curata dal Dott. Dario Zava
LEGNANO – Nuova puntata della rubrica, curata dal Dott. DarioZava, medico che cura per il nostro giornale articoli scientifici di attualità su vari aspetti della medicina.
Oggi parliamo di un nuova vaccino che presto potrebbe essere disponibile per la lotta contro il Covid.
Un nuovo vaccino Covid a virus inattivato, prodotto dalla Valneva, è sotto analisi all’Ema (Agenzia Europea dei Farmaci).
Si chiama Vla2001 e si basa su una tecnologia già ben rodata da molti vaccini antinfluenzali e usati nell’infanzia. I risultati preliminari degli studi su questo vaccino indicano che è in grado di stimolare una risposta anticorpale maggiore del 40% rispetto ad AstraZeneca e presenta un migliore profilo di sicurezza.
Nel dettaglio, il comitato per i medicinali umani (Chmp) dell’Ema (l’Agenzia europea dei farmaci) ha avviato l’iter di valutazione e approvazione per un nuovo vaccino contro il Covid, Vla2001, sviluppato da Valneva, una azienda bioteconologica francese.
I risultati preliminari di studi di laboratorio e primi studi clinici di Fase 3 negli adulti suggeriscono che il vaccino inneschi la produzione di anticorpi che colpiscono Sars-CoV-2 in misura superiore ai valori di alcuni dei vaccini in uso e possa aiutare a proteggere dalla malattia. Viene iniettato in due dosi a distanza di 4 settimane.
La caratteristica distintiva principale di Vla2001 rispetto agli altri vaccini attualmente utilizzati in Europa, è che si tratta dell’unico vaccino contro Covid-19 a virus intero e inattivato. La tecnica di produzione di questo vaccino è simile a quella utilizzata per la maggior parte dei vaccini antinfluenzali e di molti vaccini che vengono somministrati durante l’infanzia, quindi caratterizzata da livelli ormai consolidati di sicurezza ed efficacia.
Forse questo vaccino potrebbe aiutare anche i più scettici (quelli cioè che sono spaventati dal fatto che i vaccini a mRNA non hanno alle spalle una “storia” di largo utilizzo) e convincerli a vaccinarsi contro Covid-19.
La tecnica del virus inattivato, infatti, è utilizzata da oltre sessant’anni nel campo dei vaccini e prevede l’inattivazione chimica – vale a dire l’uccisione – del virus Sars-cov-2. Il vaccino, dunque, è costituito da particelle virali intere del coronavirus in combinazione con due sostanze adiuvanti che hanno lo scopo di potenziare la risposta immunitaria. Quando un vaccino a virus inattivato viene somministrato, esso non sarà in grado di sviluppare la malattia, ma potrà essere riconosciuto dal sistema immunitario della persona che lo riceve, che produrrà anticorpi contro di esso. Se poi la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con Sars-cov-2, il suo sistema immunitario lo riconoscerà e si attiverà tempestivamente contro di esso.
A supporto della domanda di autorizzazione, Valneva ha riportato i risultati positivi di uno studio clinico di fase 3, in cui Vla2001 avrebbe dimostrato di produrre più anticorpi del vaccino di Astrazeneca, oltre a possedere un migliore profilo di tollerabilità.
Lo studio ha reclutato un totale di 4.012 partecipanti di età pari o superiore a 18 anni in 26 siti di studio nel Regno Unito. Era basato su un gruppo di controllo cui non è stato dato un placebo, ma il vaccino AstraZeneca (perché con un numero crescente di vaccini autorizzati, gli studi clinici randomizzati con placebo non sarebbero stati «etici»). VLA2001 ha prodotto livelli superiori del 40% di anticorpi che hanno neutralizzato il coronavirus. Ha anche prodotto meno effetti collaterali. I partecipanti di età pari o superiore a 30 anni hanno riportato un numero significativamente inferiore di eventi avversi fino a sette giorni dopo la vaccinazione. Lo studio non è stato pubblicato. La revisione continua dei dati da parte di EMA proseguirà fino a quando non saranno disponibili prove sufficienti per una domanda formale di autorizzazione all’immissione in commercio.
Tale vaccino inoltre potrebbe essere un valido candidato per la vaccinazione di routine contro Sars-cov-2, compresa la gestione di nuove varianti e potrebbe anche essere utilizzato per il richiamo, poiché i vaccini a virus inattivato si sono dimostrati molto efficaci nello stimolare la risposta immunitaria se somministrati dopo un ciclo vaccinale completo.
L’azienda francese ha annunciato il 23 novembre scorso di aver firmato un accordo di acquisto anticipato (APA) con la Commissione europea per fornire fino a 60 milioni di dosi del suo candidato vaccino in due anni. La Commissione UE ha sottolineato che l’accordo prevede anche la possibilità che il vaccino sia adattato alle nuove varianti di ceppi virali.
Quindi per concludere VLA 2001 è prodotto utilizzando una tecnica simile a quella usata per la maggior parte dei vaccini antinfluenzali e molti vaccini somministrati nell’infanzia con livelli ormai consolidati di sicurezza ed efficacia e per questo potrebbe andare incontro alla domanda di alcune persone che non vedono di buon occhio i vaccini basati sulla nuova tecnologia dell’RNA messaggero.
Dott. Dario Zava