“Salvate il ‘nostro’ calcio”, il grido di dolore dell’F.C. Parabiago

Mentre la Serie A, B e C continuano, c’è un altro calcio che resta abbandonato, quello dei dilettanti, degli adolescenti, dei bambini, delle migliaia di giocatori dimenticati
PARABIAGO (MI) – “Mentre la Serie A, B e C continuano, c’è un altro calcio che resta abbandonato, è il nostro calcio ! Quello dei “dilettanti”, degli adolescenti, dei bambini, delle migliaia di giocatori dimenticati.”
Comincia così il vero e proprio “grido di dolore” lanciato dall’F.C. Parabiago nella settimana che precede la Pasqua, a più di un anno dall’inizio della pandemia, segnato da una continua alternanza di chiusure ed aperture condizionate dei centri sportivi
“Se qualcuno non rimetterà al centro del campo i palloni delle serie minori, se gli spogliatoi non verranno riaperti, se le partite non riprenderanno, il nostro calcio rischia di morire – continuano i Galletti – Un calcio non certo fatto di scambi milionari ma di semplici straordinarie storie di persone che dal nulla hanno dato vita a società che sono anche un po’ una famiglia allargata, il nostro mondo e anche quello del panino e salamella, ed è composto da uomini, non solo da giocatori.”
“Uomini e donne che con dedizione, spesso anche in maniera gratuita, danno tutto con infinita passione. Pensate a chi lava le magliette, ai dirigenti che distribuiscono le divise, ai custodi che fanno gli straordinari misurando la temperatura agli ingressi, ai ragazzini che scalpitano senza borsone, portandosi dietro solo la borraccia, ai giocatori che vanno in campo per passione senza percepire un euro.”
“Lasciar morire questo “nostro” calcio significherebbe perdere un patrimonio immenso – conclude il messaggio lanciato dall’F.C. Parabiago – Ci pensassero bene prima di abbandonare i nostri “panini con salamella”. Fate presto, perché il tempo sta per scadere.“