
Invece si continua ad usare numeri di 15 giorni fa e la regione diventa ROSSA!
MILANO – Chi decide chiusure di scuola, negozi, attività, decide su dati epidemiologici di 15 giorni fa. Purtroppo stiamo continuando ad inseguire il virus, anzichè anticiparne le mosse causando per di più catastrofi economiche e sociali.
Domani la Lombardia piomba per due settimane in zona rossa, eppure i dati attuali indicano che nella regione l’indice RT istantaneo alla sera del 13 marzo segnava il valore di 1,06, in continuo ribasso. Un valore da zona arancione. Ovviamente vengono considerati anche altri parametri, come ad esempio la crescita dei nuovi ingressi in terapia Intensiva che in settimana è stata del 10,03%.
I nuovi casi settimanali tuttavia hanno una crescita molto più bassa rispetto alle settimana precedenti con un rialzo del 15,32%.
Il paradosso è proprio questo: eravano in giallo con una crescita esponenziale dei contagi e adesso che la curva flette siamo rossi.
Ancora meglio fanno in Emilia Romagna che vede per la prima volta dopo settimane l’Rt istantaneo scendere sotto quota 1 a 0.99.
In parole povere: il periodo peggiore è già passato, indipendentemente dalle misure prese a livello regionale. Fra qualche giorno, probabilmente a fine settimana, la curva crollerà, ma non certo per l’introduzione delle zone rosse.
Oggi in Lombardia curva +0,65% (ieri +0,88%) con 45.013 tamponi totali (ieri 59.378) di cui 33.593 molecolari (ieri 40.120) e 11.420 test rapidi (ieri 19.258) con 13.063 casi testati (ieri 15.746).
Scende leggermente il rapporto positivi/tamponi totali 9,62% (ieri 9,78%) nonostante molti meno antigenici.
Scende anche il rapporto positivi/casi testati 33,17% (ieri 36,89%).
Stabili i ricoverati +9 (6.077) mentre salgono le terapie intensive +20 (714) con 39 nuovi ingressi del giorno dovuti alla pressione di due settimane fa. Quindi ospedali nel caos fino a fine mese, ma picco che si raggiungerà questa settimana attorno al 20 marzo.
La provincia di Brescia ha raggiunto la scorsa settimana il picco di incidenza per 100mila abitanti di 580 casi. Oggi scende a 510. Le altre province seguiranno il culmine, con una repentina discesa.