Lo sport è salute, ma in Italia è stato chiuso per il 50% del tempo nel 2020!

Chiusura immotivata con 0,78% casi di contagio ogni 100mila persone.
LEGNANO – Le chiusure dei centri sportivi stanno creando problemi enormi ai gestori e soprattutto a chi fa sport e vive di sport. In Italia deteniamo il primato assoluto nel mondo in quanto a tempo di chiusura con oltre 5 mesi che diventeranno 6 con Gennaio.
Il tutto senza dati scientifici che abbiano confermato la bontà delle scelte: palestre piscine e centri sportivi in genere avevano riscontrato un tasso di contagio bassissimo con 0,78 casi ogni 100.000 accessi. Questo dato è stato uniforme come rilevato dagli studi di Eurpoactive.
Sarebbero bastate misure di prevenzione e limitazione di accessi, invece in Italia si è optato per la chiusura generalizzata impedendo la pratica di attività fisica guidata che è alla base della salute umana, sia fisica che psicologica.
Nel 2018 fu proprio l’OMS a varare un piano di azione straordinario contro la sedentarietà denominato “more active people for Healthier world “ per incentivare i governi e le istituzioni a facilitare la pratica dell’attività fisica per evitare malattie croniche e il default dei sistemi sanitari nazionali.
E anche nel 2020, a fine novembre, la World Health Organizzation ha sottolineato che la sedentarietà gioca a favore del covid , essendo fattore potenziante l’infiammazione cronica e depotenziante riconosciuto del sistema immunitario.
Quindi a parte il fattore economico, a cosa ha portato la chiusura dei centri sportivi? A livello fisico l’ultima ricerca della WHO ha provato che circa il 44% della popolazione é ingrassata di oltre 2 kg. La metà della popolazione ha avuto un peggioramento della qualità della vita: poco sonno, tanti zuccheri, molta ansia.
Questo innesca un circolo vizioso: rischio di infarti ictus patologie tumorali e metaboliche oltre che a situazioni psicologiche gravi come depressione e disturbi mentali.
Nelle nazioni in cui si è deciso di proseguire coi centri sportivi e l’attività fisica non solo non ci sono state problematiche legate alla pandemia, ma la mortalità, rispetto a quella italiana, è stata di almeno la metà ed oltre.