
Tutti dati del ministero che sconfessano il governatore Fontana
MILANO – Sono i numeri quelli che decidono aperture e chiusure, quelli che decidono la vita di milioni di persone, le abitudini, l’economia e la socialità (oggi una vera e propria chimera).
I numeri attuali sono quanto meno preoccupanti per la Lombardia, almeno stando alla documentazione che pubblichiamo QUI >>
Il ministero della salute ci dice che l’RT attuale della Lombardia è 1,15, peggio stanno la Puglia, la Toscana, Abruzzo e la provincia autonoma di Bolzano.
Ma quello che balza agli occhi sono senza dubbio i casi per 100mila abitanti: 1131,49. Fa peggio solo il Piemonte con 1174,93.
La Lombardia rimane quindi zona rossa, ma c’è di più: è stata classificata a rischio Alto e/o equiparate a rischio Alto per 3 o più settimane consecutive. Questo prevede interventi straordinari estesi anche a livello Regionale in base al documento “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale” trasmesso con Circolare del Ministero della Salute del 12/10/2020 Prot. 32732.
I miglioramenti? Quelli che abbiamo descritto ieri, il virus rallenta, ma gli ospedali non si svuotano e le terapie intensive rimangono intasate e ben al di sopra della sopportabilità.
Nelle scorse ore i tecnici di regione Lombardia avevano scritto al CTS nazionale chiedendo di ‘dividere’ la regione in zone (o sub-zone, rosse ed arancioni) visto che ci sono province in cui il covid non fa più paura: vedi Lodi e Sondrio. Una richiesta caduta nel vuoto con lo stesso Fontana che ha sconfessato i suoi, spiegando che non sarebbe il caso.
“Ho avuto oggi due incontri, con i sindaci capoluogo e con le province e tutti quanti hanno deciso di continuare la battaglia in maniera unitaria e non fare richieste di differenziazione territoriale” ha spiegato Fontana.
Si continua a rimanere TUTTI zona rossa e nessuno sa fino a quando…