
Roma città tutto aperto, paesi di montagna tutto chiuso. Le mille contraddizioni del governo Conte
SONDRIO – Siamo nel 2020, gli skipass possono essere venduti online e senza code. Si può decidere quante persone possono salire sugli impianti. Si possono decidere le fasce orarie. Si può insomma evitare qualsiasi forma di assembramento che invece vediamo ogni giorno nei supermercati di tutta Italia.
La montagna vuole vivere, ripartendo in sicurezza. Si tratta di sport individuali, che vengono svolti all’aria aperta, quindi con pochissima se non nulla possibilità di contagio. Inoltre si indossano sciarpe, caschi, guanti, maschere per gli occhi. Chi pratica gli sport invernali è protetto di suo.
Sulla coda agli impianti si provvede smistando le persone con ingressi contingentati e nel caso mantenendo la distanza come succede per qualsiasi supermercato o centro commerciale.
In questi giorni sono stata in tanti sulle Alpi a domandarsi il perchè una città come ROMA di 3 milioni di abitanti sia completamente aperta, con metropolitane, treni, bus bar e ristoranti affollati, mentre nelle località montane tutto deve rimanere chiuso.
“La montagna deve vivere”. E’ questo il titolo che campeggia oggi, giovedì 26 novembre, sulla Gazzetta dello Sport a nome della Federazione Italiana Sport Invernali a pagina 48. Una presa di responsabilità da parte del Presidente Federale, Flavio Roda, rispetto all’acceso dibattito, in questi giorni che prevede lo stop al turismo ed all’agonismo in montagna da parte del Governo.
“Se lo sci turistico non partisse, come si legge nelle cronache di questi giorni, se la montagna davvero rimanesse vuota, nessun servizio ovviamente aprirebbe” si legge nella dichiarazione del Presidente Roda. Posizione che viene fortemente sostenuta anche da tutto il Comitato FISI Alpi Centrali.
“Riteniamo le dichiarazioni del Presidente Flavio Roda, giuste e rispettose” il commento del presidente regionale Franco Zecchini che parla a nome di tutto il Comitato FISI Alpi Centrali e che prosegue: “sono dichiarazioni rispettose verso gli atleti e le loro famiglie. Sono dichiarazioni rispettose verso i tecnici ed allenatori, e le loro famiglie. Sono dichiarazioni rispettose verso tutti coloro che animano l’ambiente montano: delle Alpi e degli Appennini.
Sosteniamo con forza la linea della Federazione Italiana Sport Invernali affinché la montagna non chiuda, affinché il nostro sport, a tutti livelli, possa proseguire nel rispetto delle regole, affinché il mondo economico e produttivo della montagna possa rimanere aperto agli atleti ed al turismo sportivo montano.
L’agonismo montano ed il suo turismo, così come giustamente sottolineato dal Presidente Roda, sono due universi che si completano.
Proseguire sull’attuale linea di intransigenza è un rischio altissimo verso l’ambiente montano che esporrà i suoi soggetti a gravi danni economici e di immagine.
Le montagne della Lombardia, così come quelle delle altre regioni, generano lavoro, generano economia, e non si devono assolutamente fermare. I nostri atleti, di tutte le discipline, hanno rispettato e rispetteranno tutte le disposizioni per poter allenarsi e gareggiare in
sicurezza. Ma come si potrà farlo se la montagna chiude?” Le terre alte sono da sempre lustro del nostro paese.
La montagna italiana affascina gli appassionati sia in estate sia in inverno. Perché penalizzarla? Perché paragonare gli assembramenti delle piazze delle movide delle grandi città a tornelli o rifugi? “Riteniamo che la montagna debba restare fruibile, sempre nel rispetto delle regole, per il bene stesso della montagna e dei suoi tanti soggetti. Tutti, ma proprio tutti, coloro che vivono le terre alte sanno quanto sia importante il rispetto delle regole di buon comportamento e quanto sia importante rispettare la montagna stessa. Ecco perché tutti coloro che vivono la montagna sanno e sapranno rispettare le regole necessarie per vincere contro la pandemia. Noi – conclude Franco Zecchini – come Comitato FISI Alpi Centrali sapremo rispettare le regole, e con noi anche tutti gli operatori delle montagne lombarde, che non possono permettersi di vedere compromessa la stagione. La montagna serve all’Italia!”