Il Museo Fratelli Cozzi spegne la quinta candelina
Cinque anni fa nasceva uno dei più importanti musei dedicati all’Alfa Romeo
LEGNANO – Sono passati cinque anni dal taglio del nastro al Museo Fratelli Cozzi di Legnano, uno dei più importanti musei dedicati all’Alfa Romeo, inserito da pochi mesi tra il 10% delle migliori attrazioni del mondo secondo gli utenti di Tripadvisor,
La direttrice Elisabetta Cozzi ricorda ancora con emozione il giorno dell’inaugurazione: “Ricordo molto bene l’evento di inaugurazione del Museo, si articolava su 24 ore… la 24 ore di Fratelli Cozzi. 24 e 25 ottobre 2015. Relatori, personaggi, incontri, interviste: quanti amici erano intervenuti. Il Museo Fratelli Cozzi apriva le porte al pubblico per la prima volta, incantando centinaia di persone con il suo nuovo ed affascinante design. Perché un museo? Lo dico ogni volta che c’è una visita guidata: questo museo è nato come un regalo. Per il compleanno di PietroCozzi e per l’anniversario della Concessionaria da lui fondata. 1935-1955 -> 2015. Ma non portava con sé alcun progetto particolare, se non quello di essere più bello ed accessibile.”
“Poi la vita sa sorprendere, sottopone e propone sempre qualcosa e forse basta saper guardare. Forse lo sguardo si apre a nuove idee quando è il momento giusto per farlo, quando il cuore si lascia buttare al di là degli ostacoli, quando qualcosa dentro ti dice che si può fare, quando quella cosa “ti fa brillare gli occhi”. E’ stato il primo evento, qualche mese dopo l’inaugurazione, la prima volta che il museo ci è stato chiesto per ospitare una festa, è stato proprio allora che un futuro diverso ha iniziato a delinearsi. La bellezza dei tavoli in mezzo alle auto, le luci, i fiori, le signore in abito da sera, gli uomini in smoking, i ballerini, la cantante : ovunque ci si girasse si rimaneva affascinati, quasi increduli.”
“Era un insieme di cultura, storia, divertimento, fascino, racconto, ricordo, condivisione: un luogo unico, capace di suscitare mille emozioni. Passa ancora qualche mese e iniziano le visite guidate per gli appassionati alfisti… arrivano i primi soprannomi: “il tempio del Biscione”, “la cattedrale del collezionismo”, “lo scrigno che contiene preziosi”.”
“Quante testimonianze di affetto, quanta passione, quanto orgoglio italiano! Poi scopriamo le scuole ed il loro grande interesse ad essere coinvolte e scopriamo il turismo incantato da tutto quello che è Made in Italy. Poi scopriamo altri musei di impresa, un mondo dedicato alla cultura e al racconto, alla Bellezza e alla conservazione. Così capiamo che la nostra storia era una storia d’impresa che andava raccontata, condivisa, alimentata. Evento dopo evento, visitatore dopo visitatore, studente dopo studente, esperienza dopo esperienza definiamo una visione, strutturiamo un progetto e creiamo un’azienda.”
“Nel 2018 è nata Museo Fratelli Cozzi Srl: una start up con 60 anni di storia. Ed è stata subito disruption: una donna che dirige un museo di auto che è una start up fondata insieme ad un uomo di oltre 80 anni. Ma è stata disruptive anche la grafica, lo stile di comunicazione e le stesse visite guidate: niente pistoni e motori ma storie, storie di design, di società, di cinema, di musica, di politica. Quelle storie che ci fanno viaggiare nel tempo e nello spazio. Che ci fanno sentire vicini a ciò che stiamo guardando. Quelle storie che ci appartengono, perché questo museo appartiene a tutti noi.”
“Ecco sono passati 5 anni. Ma anche 12.000 visitatori, 25 nazioni del mondo, 130 eventi, oltre 1000 studenti, siamo stati premiati da Tripadvisor con il certificato di eccellenza tutti gli anni, siamo nel network dei Musei di Impresa e dei Musei del Design lombardi, siamo stati aperti per le giornate di primavera del FAI, siamo stati candidati al Corporate art award, abbiamo vinto un premio come best location e siamo nel 10% delle migliori attrazioni del mondo.”
“Ma sapete soprattutto cosa siamo? Siamo felici, di aver creduto in un sogno e di averlo realizzato. E siamo grati in primis a PietroCozzi che ha permesso tutto questo e a tutti voi, che siete il motivo per cui tutto è così come è adesso“, conclude ElisabettaCozzi.