Legnano, tanti dubbi sulla nuova Biblioteca
Il progetto della nuova struttura nel Parco Falcone Borsellino suscita tante perplessità nei candidati sindaco
LEGNANO – Dopo aver chiesto un parere sul Rugby Sound (leggi nostro articolo QUI >>), la pagina Facebook La voce di Legnano ha rivolto una nuova domanda a tutti i sette candidati sindaco di Legnano. Questa volta il tema è la nuova Biblioteca ed in particolare è stato chiesto ad ciascuno dei possibili futuri primi cittadini legnanesi se avessero delle proposte per una sua ricollocazione, diversa da quella ipotizzata dalla precedente amministrazione all’interno del Parco Falcone Borsellino.
Lucia Bertolini (La Sinistra) pensa ad un polo culturale da realizzare all’interno dell’area dellaManifattura di Legnano, che a suo parere dovrebbe diventare di proprietà pubblica, sfruttando il fatto che “le numerose aste andate deserte ne hanno notevolmente diminuito il valore di mercato, rendendo accessibile un investimento sostenuto da un progetto su cui cercare anche fondi extracomunali”. Un polo, quello della Manifattura, che potrebbe accogliere, oltre oltre alla biblioteca, sale studio, l’archivio e il museo della storia industriale e sociale legnanese, laboratori per giovani artisti, uno spazio espositivo, una sala prove musicale, la sede della banda cittadina, un auditorium, spazi per il coworking e lo sviluppo di attività produttive innovative ecologicamente orientate, laboratori per bambini dove fare esperienze artistiche e scientifiche attraverso il gioco e zone verdi accessibili a tutti.
“Il progetto del faraonico edificio, in piccola parte destinato a una nuova biblioteca, non dovrà essere realizzato né dove è stato previsto e cioè nel parco della Cantoni nè altrove”. Questo il parere di FrancoBrumana, per il quale il costo complessivo della struttura e dei suoi arredi si aggirerebbe sui 6 milioni di euro, contro i 3,7 che basterebbero per acquistare l’intera area della Manifattura. Per quanto riguarda le alternative, secondo Brumana si potrebbero valutare la palazzina direzionale della ex Bernocchi, che ha un grande valore estetico e storico, oggi in stato di pesante abbandono.
Anche Franco Colombo non vuole la Biblioteca nel Parco Falcone Borellino ed aggiunge che “Abbiamo effettivamente un’idea precisa sulla posizione di una possibile nuova biblioteca. Idea che attualmente è nelle mani dei nostri tecnici per lo studio di tutte le specifiche. Ovviamente non verrà intaccato il parco Falcone-Borsellino, su questo siamo categorici.”
Non vuole la Biblioteca al Parco Falcone Borsellino neppure il candidato del centrosinistra Lorenzo Radice, che pensa invece ad una “biblioteca diffusa”, portando nei centri già esistenti – Pertini, Canazza – il servizio di prestito libri, l’uso di pc e connessione, spazi per consultazione e studio, sistemando nel contempo l’attuale sede di Via Cavour, eliminando le barriere architettoniche, valutando “un parziale ampliamento con una struttura semi-permanente o coinvolgendo il centro “il Giardino” e realizzare uno o due nuovi centri civici nei quartieri, dove inserire anche il servizio diffuso”. Nel momento in cui sarà avviata la riqualificazione dell’area Manifattura, “come Comune chiederemo che parte degli spazi a uso pubblico sia destinata alla nuova sede centrale della biblioteca, mentre il servizio nei quartieri resterà comunque attivo”.
La Biblioteca è necessaria per Simone Rigamonti del MoVimento 5 Stelle di Legnano, ma per la sua collocazione “si dovrebbero preferire aree dove non si sacrifichi il verde pubblico per costruire nuovi edifici ma soprattutto aree che permettano di riutilizzare il progetto già elaborato in quanto è inammissibile che vengano buttati al vento 300.000 euro dei cittadini. Se non ci fosse alternativa al parco Falcone Borsellino, presteremmo il nostro consenso alla realizzazione della biblioteca piuttosto che vedere sprecati tanti soldi della cittadinanza”. Anche se Rigamonti si chiede se “in questo momento di crisi è davvero necessario imbarcarsi in un progetto tanto costoso ed impegnativo mentre i cittadini si trovano in evidente crisi e le nostre attività arrancano. La biblioteca è vero che può aspettare sino alla conclusione di questo momento particolare ma evitiamo di sprecare i soldi spesi o qualcuno ne dovrà rispondere!”
Per Alessandro Rogora dei Verdi, ogni edificio pubblico, “oltre che soddisfare un comportamento o una necessità, deve anche esprimere la visione che una società ha del proprio presente e del proprio futuro. Attualmente viviamo proprio uno di questi momenti di rapida trasformazione, tipica dell’epoca contemporanea, in cui la velocità di circolazione dell’informazione e la dematerializzazione di molte risorse sta profondamente cambiando non solo la forma degli edifici, ma anche il supporto fisico e le modalità di fruizione dei servizi.” L’informazione sul web, l’editoria elettronica, la massiccia digitalizzazione di libri e documenti ora disponibili per la consultazione online, stanno cambiando il modo di fruire di un servizio come quello bibliotecario. “Come dovrebbe configurarsi una biblioteca dove poter mantenere adeguate distanze sociali tra i fruitori? E ancora, ha senso oggi a Legnano una biblioteca centrale come luogo di culto e conservazione del sapere?”, si chiede Rogora, che immagina “una biblioteca che, pur mantenendo una centralità logistica e amministrativa (perché non nell’attuale biblioteca?) si strutturi come istituzione per la conservazione e la distribuzione capillare del sapere, con sale studio e consultazione distribuite in più parti della città, dalle quali sia possibile accedere alle informazioni e ai testi replicando in piccolo il modello “a rete” proposto dal CSBNO, magari addirittura con una sezione mobile che renda disponibili alle persone dei testi direttamente sotto casa.”
“La biblioteca rimane una necessità primaria della nostra Città – sostiene il candidato del centrodestra CarolinaToia – La Marinoni situata nella bellissima Villa Bernocchi è troppo piccola e deficitaria per molti aspetti, tanto è vero che proprio in questi giorni subirà interventi di messa a norma diventati assolutamente necessari. Legnano merita uno spazio aggregativo a tutto tondo, moderno e a misura di cittadino. Qualora dovessimo essere chiamati a guidare la Città, ci riserveremo di contestualizzare tale progetto nell’ambito delle priorità cittadine: questo non significa depennare la realizzazione di uno spazio culturale ma, a seguito di un’accorta verifica dei vincoli vigenti, vagliare nuovi percorsi progettuali. È innegabile che l’arrivo della pandemia di Covid abbia cambiato le priorità di Legnano e bisogna tenerne conto. Per tali motivi possiamo dire che le tempistiche per fare una nuova biblioteca si dilateranno e l’intero progetto dovrà essere finanziato con l’avanzo di cassa e senza indebitamento, tenendo in considerazione che posizione e volumetrie potranno essere rivalutate nella maniera più opportuna. Riteniamo, inoltre, cruciale un processo partecipativo che coinvolga tutti gli stakeholders cittadini sulla base dei più recenti dettami del pensiero progettuale (design thinking) biblioteconomico, ampiamente diffuso nei Paesi del nord Europa.”
Sulla pagina Facebook La voce di Legnano ogni giorno nuove domande ai candidati sui tanti temi che riguardano la Città del Carroccio.
Per errore in fase di pubblicazione, di cui ci scusiamo con i nostri lettori, la didascalia della foto di apertura indicava il rendering come quello prescelto per la nuova biblioteca, che invece è quello che trovate ora all’interno dell’articolo.