Scuole pubbliche paritarie, due giorni di “rumore educativo e costruttivo”

Con la crisi economica dovuta all’emergenza Covid-19, diventa sempre più difficile per molte famiglie pagare le rette, costringendo all’indebitamento tanti Istituti
ROMA – L’emergenza Covid-19 e la conseguente crisi economica che sta già colpendo un gran numero famiglie italiane sta toccando anche le scuole pubbliche paritarie. Diventa sempre più difficile per molte famiglie pagare le rette, costringendo all’indebitamento tanti Istituti che si trovano a non essere più in grado di pagare gli stipendi dei docenti e del personale amministrativo.
Le Presidenze nazionali dell’USMI e della CISM, tenendo in alta considerazione tutte le Associazioni di categoria e accogliendo l’appello delle famiglie, dei docenti, degli alunni e di tutto il comparto associativo cattolico, di ispirazione cristiana (gestori, Agidae -Fidae-Fism-Cdo opere educative, Confap-Cnos Scuola; genitori Agesc-Faes-Age-Forum Famiglie, e delle numerose realtà rappresentative anche dei docenti), Laico (Aninsei-Filins), hanno deciso di promuovere un gesto simbolico nella viva speranza che sia appoggiato da tutti, in rappresentanza delle 12 mila scuole paritarie, i 900 mila allievi coinvolti, i 180 mila dipendenti.
“Perché se due giorni di sciopero responsabile e con didattica alternativa possono creare disagio, questo rappresenta solo un accenno al disastro di un servizio che potrebbe riprendere solo parzialmente a settembre“, si legge in un comunicato congiunto sottoscritto dalle due istituzioni.
Per questo motivo il prossimo 19 e 20 maggio, giornate che vedono partire le votazioni degli emendamenti in Parlamento, le scuole aderenti interromperanno le lezioni e per questi due giorni allievi, docenti e famiglie esporranno un # Noi siamo invisibili per questo governo. Inoltre ciascuna scuola paritaria si adopererà con lezioni, video, dirette Fb dalle pagine delle scuole che saranno aperte a tutti per diffondere i temi della libertà di scelta educativa come il diritto di apprendere senza discriminazione, la parità scolastica tra pubblica statale e pubblica paritaria, libera scuola in libero stato, appelli alla classe politica perché non condanni all’eutanasia il pluralismo culturale del nostro Paese. Ciascuna scuola, con il coinvolgimento delle famiglie, dei docenti, degli studenti organizzerà eventi come conferenze, dirette, disegni e flashmob, tutto in diretta social.
“Il nostro gesto simbolico – scrivono ancora le Presidenze nazionali dell’USMI e della CISM – intende essere un “rumore educativo”, un “rumore costruttivo”. Un “rumore educativo” ed educato, che parta dalle nostre scuole ma che coinvolga i genitori dei 900 mila allievi delle scuole paritarie, i 7 milioni di allievi delle scuole statali, i docenti, il personale della scuola italiana, gli amici, i cittadini facendo nostro l’appello del Presidente della Repubblica: ognuno di noi può e deve fare la propria parte per la liberazione dell’Italia oggi. Un “rumore costruttivo”, che obblighi i nostri parlamentari, che saranno impegnati nella discussione degli emendamenti nell’aula parlamentare, a non lasciare indietro nessuno perché o l’Italia riparte dalla scuola, da questo grembo dove si entra bambini e si esce cittadini di uno Stato democratico, o non ripartirà. La scuola deve tornare a far rumore, perché è l’impresa più grande di un Paese democratico, l’investimento migliore sul futuro, la grammatica più efficace di ogni integrazione culturale.”