Mens sana in corpore sano, nuova rubrica con Mister Fiorin

Oggi parliamo della sedentarietà e di come combatterla
MILANO – Iniziamo oggi una nuova rubrica con Fulvio Fiorin, Allenatore e Docente di Calcio presso la Facoltà di Scienze Motorie all’Università degli Studi di Milano e di Scienze Motorie al Liceo Sportivo Torricelli di Milano, nonchè Vice Presidente dell’Associazione Italiana Calciatori.
Parliamo della sedentarietà e di come combatterla.
“E’ un discorso che riguarda ormai oggi tutta l’età evolutiva: oggi è un problema grosso con costi sociali. Già a scuola ne parliamo perché la sedentarietà a lungo andare ad una certa età potrà comportare malattie cardiovascolari e a danno dell’apparato motorio e scheletrico, diabete ecc”.
Come combattere la pigrizia all’origine della sedentarietà?
“Occorre fare un discorso culturale che è legato allo stile di vita: è chiaro che il movimento e alimentazione sono due aspetti principali della questione che vanno a braccetto. Se ti muovi poco e mangi male, tutto si complica…Oggi con un certo tipo di benessere a volte si è portati a mangjare di più e male e invece sarebbe bene avere una cultura dell’alimentazione. Un tempo c’era più confidenza con mezzi come la bicicletta o se non esisteva l’ascensore, le scale erano inevitabili”.
Da dove bisogna ripartire?
“Dalle famiglie e dalla scuola, sono le principali ‘agenzie educative” perché lo stie di vita si crea lì. Per quanto riguarda lo sport occorre poi prendere in considerazione anche il fenomeno dell’abbandono che è elevato in età adolescenziale e favorisce la sedentarietà quando invece lo sport andrebbe fatto al di là del fatto agonistico perché è un piacere e un divertimento praticarlo. E’ chiaro poi che anche i genitori possono e debbano dare il buon esempio, perché se anche loro sono sedentari… Nei curriculum vitae degli studenti italiani dalle primarie alle superiori abbiamo un terzo delle ore di attività motorie rispetto al resto dell’Europa, circa 700/800 ore quando nel resto d’Europa sono 2000 le ore dedicate in media al movimento”.
Le distrazioni sono tante oggi…
“Già è vero, ci sono tanti stimoli dalla tv al pc al cellulare che allontano dal movimento. Bisognerebbe però partire per prima cosa dalla famiglia e dalla scuola, perché anche qui se non si instilla l’abitudine al moto, poi diventa difficile capirne l’importanza per stare in forma e in salute. Sul fronte dello sport agonistico, bisogna ripartire da un fatto culturale: anche se fatto per il risultato, non deve togliere il piacere di praticarlo perché piace e diverte. Per fare agonismo ci vuole spirito di sacrificio ma occorre andare a praticare uno sport perché prima di tutto diverte”.