
Fu un grande gregario ai tempi di Coppi e Bartali
NERVIANO (MI) – Si è spento ieri, giovedì 24 ottobre, Vittorio Seghezzi, nato a Romano di Lombardia nel 1924 ma nervianese d’adozione, l’ultimo superstite di quel plotone di corridori che parteciparono alla mitica tappa Cuneo-Pinerolo del Giro d’Italia del 1949. Una tappa entrata nella storia del ciclismo per la memorabile impresa di Fausto Coppi, che tagliò per primo il traguardo dopo una fuga durata 192 chilometri, mettendo tra sè e gli inseguitori un distacco abissale.
Seghezzi, che fu gregario del grande Gino Bartali nel Tour de France del 1948, dove giunse all’ultimo posto, è entrato negli annali del ciclismo per situazioni al limite dell’incredibile, che segnarono un periodo glorioso ed eroico del nostro ciclismo, come quando corse per 80 chilometri tenendo la sella rotta con una mano, o quando fu costretto da una rottura di un pedale a pedalare con una sola gamba, dato che l’Ammiraglia stava davanti a seguire Bartali.
Come lo ricorda l’ex sindaco di Nerviano Sergio Parini, “Vittorio ha inforcato nuovamente la sua bicicletta e ha affrontato una salita ripidissima, raggiungendo gli altri, che lo stavano aspettando, proprio come faceva lui quando il suo capitano forava…”
(foto ivg.it)