
L’ex tecnico e giocatore varesino parla della ingloriosa fine del Varese Calcio
VARESE – Mister Ernestino Ramella è una bandiera del nostro calcio che apprezziamo per competenza e schiettezza e a vedere la brutta fine che è toccata al Varese, è veramente dispiaciuto…
“Dispiace quanto accaduto ma è la conseguenza di come sono state gestite certe cose: quando sono arrivato io ad allenatore i soldi del budget erano dimezzati grazie ad un’accorta politica sul mercato, ero riuscito grazie a conoscenze con l’Inter a far venire il portiere Pissardo, i costi erano contenuti, via io, sono triplicati…sono cominciati i debiti, è diventato un pozzo nero da cui non si è più usciti…”
“Bastava la politica dei piccoli passi e invece si è esagerato per far vedere che si era capaci di vincere i campionati. A pensare agli anni della A e della B… e ora ritrovarsi a riprendere tutto da capo…sì ma con chi?“.
“Il problema vero non è la retrocessione o il non iscriversi all’Eccellenza ma che non c’è più nessuno a livello locale che dica anche lo riprendo dalla Promozione. Questo è preoccupante. Nessun imprenditore locale si fa avanti anche se il nome Varee Calcio farebbe gola a tantissimi, ma non a gente del posto che non si vuole accollare debiti altrui. La cosa che dispiace di più è per i ragazzi del vivaio, gli allenatori e le famiglie: i più bravi si sistemeranno alla Varesina, alla Pro Patria, al Como, al Legnano, ma i più piccoli saranno spiazzati. Dispiace veramente di più per il vivaio per l’ennesima volta. Perdiamo trafile di generazioni che chissà quando e come torneranno… Sono molto affranto per la storia del Varese: il Varese meritava altro, lo dice chi come me e altri è cresciuto nel suo vivaio prima di entrare nel calcio dei grandi e per questo che mi metto nei panni dei più giovani oggi, così come dei tifosi, dei giocatori senza squadra. Ho una grande amarezza“, conclude Mister Ramella.
(foto Wikipedia)