
Mail, messaggi e commenti alla lettera del genitore che raccontava della bocciatura del figlio in prima squadra.
“Caro Sport Legnano, ma questi siamo noi!”.
Ci siamo sorpresi dal tenore e dal numero dei messaggi ricevuti oggi in redazione e al direttore dopo la pubblicazione di una lettera di un genitore che raccontava le vicissitudini del figlio, iscritto ad una società di calcio di zona. Evidentemente cambiano i soggetti, ma non la sostanza visto che in diversi si sono immedesimati nella storia citata. La lettera ricevuta è firmata e ben circostanziata, ma il genitore ci ha pregato di non mettere il nome né quello della società per evitare ritorsioni nei confronti del figlio.
Siamo ormai arrivati a questo, alla paura di ritorsioni per raccontare una storia vera. Se in molti si rivedono significa che molti altri non hanno la coscienza pulita, o meglio, hanno la coda di paglia (che è forse peggio).
La società ci ha risposto con due righe, pregando però di girarle l’articolo prima della pubblicazione, per dare o meno l’approvazione. Cosa che non abbiamo fatto e che non abbiamo nessuna intenzione di fare né adesso e né in futuro. Non deve essere una società di calcio a darci il permesso di pubblicare o meno. Quindi non citiamo la società, ma riportiamo la risposta perentoria del Direttore generale: “Non vediamo cosa ci sia di male nel fare selezione in base alla bravura dei bambini. Ogni realtà che si rispetti come scuola calcio fa così. All’inizio, a 6 anni, ovviamente è diverso come diversi sono gli allenamenti. Ma poi i bambini vengono selezionati e la selezione continua anno dopo anno verso la fase agonistica. Chi non lo capisce non conosce il calcio. C’è sempre a disposizione il Csi e l’oratorio nel caso. Il papà in questione non ne farà un dramma visto che per lui né la nostra seconda nostra squadra, né a maggior ragione la terza vanno bene”.
Perdonateci se la risposta non ci convince del tutto perché troppo perentoria e poco articolata, ma la sostanza è per noi formalmente giusta. Le selezioni ci sono in ogni sport e il calcio non fa eccezione. Al bambino poi non viene impedito di giocare, ma cambiando squadra continua a farlo e per di più con gli stessi colori. Sono di solito i genitori che la prendono sul personale quasi il bambino fosse degradato.
Lo scorso anno una vicenda simile finì addirittura sui giornali di cronaca ed il Canegrate calcio, società che nel 2018 fu tirata in ballo da alcuni genitori dell’annata 2008 i cui figli erano stati esclusi che si rivolsero ai media, rispose agli interrogativi dei genitori punto per punto ed in modo circostanziato, organizzando poi un incontro successivo, al quale però non si presentarono i genitori diretti interessati. Avevamo allora sentito i massimi dirigenti canegratesi per un confronto LEGGI QUI >>.
Altro tenore invece le vicende collegate alle squadre intere di bambini che cambiano società anno dopo anno. Accadeva già negli anni ’90 ed accade anche oggi. Abbiamo diversi esempi nel legnanese di intere squadre che migrano, succede ogni anno. Giusto o sbagliato? Se il regolamento lo permette non vedo perché non si possa fare col consenso della nuova società e di tutti i genitori ovviamente.
Altro punto le convocazioni. Ci hanno scritto in diversi lamentandosi per le convocazioni. Squadre di 15, 18 bambini che devono giocare a 5 o a 7 e scattano le convocazioni. Il regolamento non lo prevede per la pre agonistica. Tutti hanno il diritto di giocare e se la società vuole fare cassa allestendo squadre di decine di bambini salvo poi non farli giocare o farli giocare ruotando i genitori devono denunciare il tutto QUI >>.