Maurizio Basilico: “In queste condizioni non si può andare avanti…”

Il General Manager parla della stagione appena terminata e di quello che potrebbe riservare il futuro per i Knights
LEGNANO – Tutto è cominciato la scorsa estate con un ridimensionamento di un budget che ha innescato un effetto domino: prima le dimissioni di coach Mattia Ferrari con un biennale già firmato, poi la fuga di alcuni elementi del roster (passati nella serie maggiore). Tutto questo tra giugno e luglio, con la coppia Basilico-Tajana a ricostruire in soli 20 giorni una squadra di sana pianta. allenatore compreso.
Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata: l’esonero di coach Giancarlo Sacco, l’infortunio di una pedina fondamentale come Gabriele Benetti, il taglio di un Rookie come London (troppo acerbo per un campionato come la Lega 2) e il nuovo restyling del roster voluto dalla società, andata a pescare un pezzo da novanta come Charles Thomas, arrugginito in quel di Cantù, e un Marco Laganà nello spot di play. Innesti che si rivelano subito un valore aggiunto, soprattutto sotto le plance, dove il colored Usa in certi frangenti dimostra di essere un lusso per la categoria.
Ma è nei playout che i Knights prendono fiducia, giocando alla pari con formazioni come Cento e Piacenza che sicuramente ad inizio campionato disponevano di un budget nettamente superiore rispetto alla formazione lombarda.
Adesso a salvezza acquisita vogliamo ripercorrere a 360 gradi l’annata difficile e travagliata del Legnano Basket attraverso le parole di uno degli artefici del miracolo niancorosso, il General Manager Maurizio Basilico che non ha mollato un centimetro, neanche nelle difficoltà che strada facendo potevano minare sicurezza ed autostima a tutto l’ambiente.
Maurizio, dopo aver vissuto questi play out al cardiopalma, cosa hai provato quando ormai a 5 minuti dalla fine avanti di 30 avevate ipotecato questa salvezza? Qual’è stato il primo pensiero che ti è passato per la mente?
“Innanzitutto avevo un pò paura… vista gara 4, quando sembrava fatta sul +16 a 10 minuti dal termine, poi è arrivata la doccia fredda che nessuno si aspettava. Ma a partita finita ho subito pensato a tutto quello che abbiamo fatto in questi mesi, al duro lavoro dello staff tecnico capitanato da coach Mazzetti e i suoi assistenti Saini, Giglietti e Corrado che non hanno mai mollato anche quando tutti ci davano già perdenti già dal primo turno dei play out con Cento e a tutte le difficoltà che abbiamo dovuto superare in una annata che era già nata sotto una cattiva stella“.
Forse quel canestro rocambolesco di capitan Ferri allo scadere contro Cento che aveva avuto pochi secondi prima la palla della vittoria è stato l’episodio che vi ha fatto capire che qualcosa d’importante stava accadendo…
“Sicuramente il canestro allo scadere di Ferri nella gara decisiva contro Cento ha dimostrato che forse era il segno del destino che anche per noi qualcosa stava cambiando in positivo. Voglio ricordare a tutti che Cento era data da molti come la favorita per passare il turno, anche in virtu’ di un budget di gran lunga superiore al nostro“.
Ritorniamo all’estate scorsa: nel corso dei ultimi anni avete sempre fatto scelte con grande competenza e lungimiranza, ma è ovvio che sbagliare è umano anche per una persona preparata come te. Qual’è la cosa che più ti rimproveri delle scelte fatte questa estate?
“Negli anni precedenti abbiamo sempre potuto programmare già nel mese di aprile quali scelte fare nella costruzione del roster, questo grazie sempre ad una programmazione in piena sinergia con l’allenatore. Purtroppo alcuni eventi come l’addio di Mattia Ferrari lo scorso anno ci hanno messo in grave difficoltà… Se poi aggiungiamo il forte ridimensionamento del budget causa alcuni “buchi“ causati da alcuni main sponsor, tu capisci che tutto è diventato per noi molto difficile… Da lì ovviamente abbiamo dovuto costruire un roster in fretta e furia, senza nessuna indicazione tecnica. Sicuramente la scelta di prendere un americano rookie si è rilevata un scelta sbagliata“.
Veniamo al discorso allenatore: in molti si aspettavano, visto il suo pedigree, un valore aggiunto dall’arrivo di Giancarlo Sacco, e forse anche voi come dirigenza vi aspettavate una squadra più garibaldina, più sfrontata, capace di correre e giocare un alto numero di possessi con transizioni veloci nei primi secondi dell’azione e in difesa una squadra camaleontica capace di alternare zone press, zone miste e passaggi alla uomo e viceversa. Anche in virtù di un roster troppo leggero che di sicuro non poteva fare a sportellate con la maggior parte delle squadre che sotto le plance vi erano nettamente superiori…
“Voglio precisare, come già detto altre volte, che l’esonero di Sacco non è dovuto sicuramente dai risultati ottenuti, ma sicuramente da un rapporto con la società che a livello e pratico non è mai nato… Ci aspettavamo, come tu hai sottolineato prima, una squadra che non giocasse troppo una pallacanestro “conservativa”, ma che sopperisse ad alcune lacune con una mentalità e una filosofia molto piu’ aggressiva…“.
Sicuramente il rimpianto più grande, anche guardando il talento del giocatore, è quel Gabriele Benetti che praticamente non avete mai avuto a disposizione…
“Per noi era una scommessa, sapevamo che veniva da due infortuni gravi, ma nessuno si aspettava un terzo infortunio di grossa entità. Speriamo innanzitutto per tutto il movimento, e prima ancora per il ragazzo, che riesca a ritornare a giocare ad alti livelli, sarebbe un bene anche per tutto il basket...”.
Già so cosa mi risponderai alla mia ultima domanda, ma è un obbligo da parte mia chiederti se il Legnano basket il prossimo anno disputerà ancora il campionato di Lega 2.
“È inutile nascondere che in queste condizioni economiche non si riesce ad andare avanti, a meno che arrivi un grosso investitore o un main sponsor con cifre importanti che ci permettano di poter programmare con tranquillità il futuro del Legnano basket. Se questo non dovesse accadere, purtroppo per noi non c’è nessuna poissibilità di andare avanti… Come si suon dire la matematica non è un’opinione…“.