Il Pilates: Matwork e Reformer

28 marzo 2019 | 09:20
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CONTINUA la collaborazione con la Dott.ssa Maria Rita Scarcella, Psicologa Analista Junghiana

BUSTO ARSIZIO –  Continua la collaborazione con la Dott.ssa MARIA RITA SCARCELLA, Psicologa Analista JunghianaFondatrice e Responsabile del Centro L’Equilibrio di  Via Francesco Ferrer 2, Busto Arsizio (VA) 21052 .

IL PILATES MATWORK E REFORMER: DIFFERENZE E BENEFICI

Fin dalle sue origini, il metodo Pilates si è sviluppato in due tipi di applicazione: Matwork e Reformer.
Il Pilates Matwork (da “mat” che in inglese significa tappetino) si svolge a terra, con l’ausilio di una stuoia che consente di circoscrivere il proprio spazio di lavoro. Esso è caratterizzato da una serie di esercizi a corpo libero, i quali possono talvolta essere integrati con degli strumenti di lavoro semplici, quali la fitball (nelle sue diverse dimensioni), l’elastico e il bastone.

Il Pilates Reformer, invece, si avvale dell’ausilio di alcuni macchinari, i quali permettono di mantenere il corpo in una certa posizione, lavorando in maniera precisa e puntuale solo con alcuni gruppi muscolari e offrendo una protezione totale alla colonna e alle articolazioni. Il metodo nasce, infatti, proprio allo scopo di rivolgersi ai soldati feriti, vittime della guerra, i quali spesso potevano aver subito persino delle amputazioni.

La tipologia di lavoro da me praticata è la prima, il metodo Matwork, il quale offre a mio parere diversi vantaggi:

a) prima di tutto, esso permette una presa di coscienza del proprio corpo molto forte: le persone che lo praticano possono, fin dalle prime sedute, migliorare la capacità di propriocezione degli arti e del busto, accrescere i livelli di attenzione e di consapevolezza corporea e il proprio apparato
sensoriale e percettivo;

b) in secondo luogo, il lavoro a corpo libero consente di sviluppare al meglio la propria capacità muscolare, ciascuno per il proprio livello di esperienza e di competenze maturate, rinforzando soprattutto i muscoli addominali, lombari, i glutei e la muscolatura delle cosce (la cosiddetta Power
House intesa come Casa della Forza, il luogo dove risiede la nostra Forza);

c) infine, imparare a lavorare al tappeto consente di poter eseguire gli esercizi in autonomia anche a casa e questo è importante per estendere i benefici del Pilates ben oltre e ben più a lungo della sessione di allenamento.

Il Metodo Reformer è, invece, molto importante in tutti quei casi in cui un allenamento a corpo libero risultasse difficile se non addirittura proibitivo, come per esempio in soggetti in decorso post-operatorio, con cartilagini fragili, con gravi compromissioni alla colonna o altri problemi fisici.
La mia opinione è che, negli ultimi anni, stiamo assistendo ad una crescente diffusione del metodo Reformer, più per una questione di moda, che non per un’utilità effettiva della pratica stessa e delle sue specificità. La mia proposta, sarebbe quella di ritornare alle origini, recuperando il significato che Joseph Pilates aveva proposto di dare alla pratica.

Ad ogni modo, Matwork o Reformer che sia, il Pilates resta un approccio di eccezionale valenza sportiva e terapeutica, che lo ha reso popolare in tutto il mondo, ed è per questo che consiglio a tutti di provarlo almeno una volta nella vita, per poterne testare di persona gli straordinari benefici fisici ed emotivi.

Dott.ssa Maria Rita Scarcella
Psicologa Analista Junghiana
Fondatrice e Responsabile del Centro L’Equilibrio
Via Francesco Ferrer 2, Busto Arsizio (VA) 21052

[continua…]