Alla scoperta del Palazzo Comunale di Rho
Giornate FAI di Primavera: la sede comunale di Rho è uno dei 1.100 luoghi aperti in 430 località in tutte le regioni
RHO – Con un decreto regio del 1928 il Re Vittorio Emanuele III dispose l’aggregazione al Comune di Rho di Mazzo Milanese, Terrazzano, Lucernate e Passirana (oggi frazioni di Rho). Oltre a un aumento della popolazione (circa 7.000 abitanti) questo comportò il trasferimento di tutti i documenti e dei dipendenti dei singoli comuni soppressi, con il conseguente collasso della piccola sede del municipio rhodense che allora si trovava nei locali dell’attuale Biblioteca popolare in Via De Amicis.
Per questo nel 1929 si decise di costruire un nuovo e prestigioso Palazzo del Comune che potesse ospitare tutti gli uffici e far fronte alle necessità di una cittadina che poteva contare:
– su una stazione ferroviaria dal 1858
– di una tramvia dal 1890, lungo l’asse del Sempione
– del primo tratto dell’Autostrada dei Laghi (fino a Lainate) inaugurato nel 1924
La relazione allegata al Progetto ci racconta la scelta di uno stile architettonico eclettico, che richiamasse il Romanico Lombardo evidenziando come “quello stile ebbe qui la sua culla e che per la sobrietà e la semplicità delle sue linee ben si addice all’austerità di un palazzo municipale.”
In effetti il Palazzo si presenta austero, anche grazie alla bella e imponente torre merlata alta 30 m. ornata di una meridiana e di una terrazza da cui si domina il panorama circostante. Fu posta particolare attenzione ai dettagli e furono scelti materiali pregiati per i decori: ad esempio il granito bianco di Alto per le smerlature della torre e degli inserti di facciata, il mosaico veneziano per la generalità dei pavimenti e il legno noce nazionale per il parquet a lisca di pesce delle stanze d’onore.
I corpi illuminanti furono realizzati tutti in ferro battuto e la decorazione delle pareti e dei soffitti venne realizzata già individuando sul progetto la destinazione degli ambienti. Ad esempio le stanze destinate al rango più nobile (gli uffici del podestà) avevano finestre con bifore e dall’Aula Magna (oggi Sala consiliare) l’accesso al balcone, sovrastante all’ingresso del palazzo, era ornato da finestra a trifora.
Tutti i soffitti dei locali erano molto alti (6 m.): anche questa scelta era funzionale ad incutere rispetto in chi vi si recava e segnalare contemporaneamente il potere da attribuire all’Autorità.
Dalla data di delibera dell’edificazione del Palazzo, 13 dicembre 1929, alla data di ultimazione trascorse poco più di un anno e mezzo: un Verbale firmato dal Podestà, Cav. Eraldo Bonecchi, dà atto che il 13 luglio 1931 alle ore 16.00 tutto il Comune si era trasferito nei nuovi uffici. In realtà il Capitolato dei lavori prevedeva che fossero ultimati in dieci mesi a decorrere dal 13 dicembre 1929 e per questo vennero contestati alla Ditta costruttrice 218 giorni di ritardo. Quando il Palazzo venne inaugurato, l’impressione che suscitò fu tale che il Prefetto di Milano, intervenuto alla cerimonia, presentò immediata richiesta al Re perché fosse concesso a Rho il titolo di Città.
La visita degli interni prevede una:
– Prima sosta nell’Atrio, detto Salone dei Passi perduti (Sala dei matrimoni a destra e di Conciliazione a sinistra)
– Seconda sosta lungo lo Scalone d’onore in marmo chiampo rosa dove si osserveranno alcuni affreschi, strappati dalla chiesa milanese, oggi demolita, di San Protaso, opere secentesche di grande pregio dei fratelli Fiamminghino
– Terza sosta al primo piano nella bellissima Aula Magna, oggi Sala del Consiglio Comunale, con annessi uffici del Podestà, del Vice Podestà, del Segretario Capo, dell’Archivista e dello Scrivano
– Quarta sosta al primo piano nella sala riunioni con affreschi murali provenienti dal seicentesco Palazzo Crivelli sito in via Matteotti
– Quinta sosta al secondo piano gli uffici della Regia Pretura e del Cancellieri con altri affreschi provenienti da Palazzo Crivelli
– Sesta sosta ci consente di mostrare alcuni pezzi della mobilia originale, di pregevolissima fattura
Il Palazzo si presentava allora all’insegna dell’innovazione e della modernità:
– Termosifoni alimentati da una sola caldaia, sita nel piano interrato
– Servizi igienici, due per ogni piano con acqua calda
– Telefoni in ogni stanza (allora i numeri di telefono erano costituiti di due sole cifre)
– Impianto di chiamata a suoneria per chiamare il commesso al piano (il numero della stanza in cui recarsi era visibile su un pannello che si illuminava sul corridoio)
– Monta documenti elettrico che attraversava i due piani del palazzo
Maggiori informazioni su www.comune.rho.mi.it/articolo/palazzo-podestarile