
Parla il tecnico di una squadra di Pulcini 2008 di zona
LEGNANO – Riceviamo in redazione una lettera che ci lascia a bocca aperta. La scrive il tecnico di una squadra di zona: “Ho iniziato ad allenare perchè i bambini mi fanno stare bene e volevo trasmettere loro l’amore per il calcio che ha da sempre caratterizzato la mia vita. Così da qualche anno alleno i Primi calci e sono passato ad allenare da questa stagione i Pulcini 2008. Fino ad oggi non avevo mai ricevuto pressioni. Ma da qualche settimana il clima festaiolo di qualche mese fa si è trasformato in un incubo”.
L’allenatore ci racconta una realtà che è ben visibile a tutti durante tornei o gare di campionato: “I genitori a bordo campo sono sempre più invadenti e maleducati. Certe scene faccio davvero fatica a tollerarle. Se il figlio non gioca nella posizione che vogliono iniziano a contestare, per non parlare di quando il figlio non gioca proprio quella partita e non viene convocato. Si innesca la terza guerra mondiale. Ho ricevuto persino minacce in tal senso“.
Il mister non fa nomi, ma fra le righe si capisce bene di qualche società del legnanese stiamo parlando. Noi non faremo nomi e non daremo indicazioni, anche perchè questa è una situazione molto comune anche nelle altre società di zona ed oltre.
“Ho trovato genitori maleducati, che anche durante la partita innescano risse con gli altri genitori. I bambini facendo così crescono in un clima di odio che si portano dietro durante le gare. Io mollo…“.
Che dire rispetto a tutto questo? Paolino Pulici, bandiera del Torino con un passato in maglia lilla, da tempo va dicendo che spesso la squadra ideale da allenare è quella di orfani. Si tratta senza dubbio di una provocazione, ma ci fa capire quanto la maleducazione di certi genitori nel mondo del calcio sia davvero esagerata.
Nel 2016 Andrea Cornelli, tecnico dei Giovanissimi 2002 dell’Atletico Torino, si era dimesso per le continue discussioni con i genitori dei ragazzi del suo gruppo che volevano entrare nelle questioni tecniche: “Non mi sentivo più libero di fare le mie scelte, è venuta meno la serenità. Ci sono state accese discussioni perché alcuni genitori pretendevano in maniera brusca che il loro figlio giocasse sempre e si intromettevano anche sul ruolo: un padre deve spronare il ragazzo a dare il meglio, non lamentarsi delegittimando l’allenatore. Il rispetto e l’educazione vengono prima di tutto: ho voluto dare un segnale forte perché questa non è una situazione circoscritta ma assai diffusa. Non ho alcun problema con la società ma con gli eccessi ormai fuori controllo di alcuni papà“.
Purtroppo sono tanti i genitori che pensano di avere in casa Leo Messi o Cristiano Ronaldo. Ma non è così. I bambini si devono solo divertire. L’allenatore deve fare del suo, ma deve anche essere competente ed avere il tesserino di allenatore che ogni genitore deve PRETENDERE nei confronti della società dove allena. Chi allena deve farlo in maniera consapevole e soprattutto preparata.
Il compito invece dei genitori è quello di incitare la squadra senza pensare ai consigli tecnici.