Amarcord, il calcio che ci piaceva: due chiacchere con Loris Boni
L’ex centrocampista e capitano del Legnano ma prima ancora in carriera di Mocchetti, e poi Solbiatese, Sampdoria, Roma e Pescara, oltre che delle nazionali giovanili, ospite della serata in cui si è presentata la Folgore
SAN VITTORE OLONA– E’ rimasto un cuore lilla quello di Loris Boni ma soprattutto un grande intenditore e appassionato di calcio che non ha mancato amichevolmente di dispensare pillole di saggezza ai ragazzi della Folgore riuniti per la presentazione della stagione 2018/2019.
Cosa ha sai saputo per i Lilla quest’anno?
“Purtroppo che non sono riusciti ad arrivare ai playoff ma sono sicuro che l’anno trascorso servirà d’esperienza per il prossimo e perciò faccio il mio più grande augurio alla Società del Presidente Giovanni Munafò di centrare tutti gli obiettivi: sarebbe una bella soddisfazione per tutta la città“.
Come mai questa visita alla Folgore?
“Sono dei grandi amici, quello della Folgore è il mio stesso spirito di quando giocavo: tanta passione, umiltà, voglia di fare bene sul campo negli allenamenti e in partita“.
In che modo è cambiato il calcio da quando giocavi Tu?
“Io mi sono sempre identificato nella genuinità del calcio che si ritrovano nelle categorie dei dilettanti dove ho anche allenato: il gruppo è il segreto di tutto, su questo occorre concentrarsi per far bene, non quello che si vede in tv ripetendolo nei gesti d’esultanza delle varie stelle. E’ cambiato quasi tutto dai miei tempi, dal pallone, alle scarpe, al materiale delle maglie“.
Che cosa allora fa la differenza oggi per un giovane calciatore come i ragazzi della Folgore e tanti altri che la domenica ce la mettono tutta?
“La voglia, la passione, la serietà possono aiutare a realizzare i propri sogni come è accaduto a me. Ci vuole anche fortuna ma oggi bisogna imparare prima a “dare” piuttosto che a “pretendere subito” sotto il profilo dei contratti etc, non smettendo mai di allenarsi e di migliorare per la propria squadra“.